Roma, 25 novembre 2023 – Cgil e Uil hanno scioperato ieri, voi avete detto no. Sarete in piazza oggi da soli. È una divisione irreversibile ?
"Non sarei così catastrofista – avvisa Luigi Sbarra, leader Cisl –. È già accaduto in passato di avere preso strade diverse. Continuiamo ad avere piattaforme unitarie sui temi della previdenza, su salute e sicurezza, politiche fiscali, attuazione del Pnrr. Tante categorie sono mobilitate unitariamente. Abbiamo obiettivi comuni, ma quello che ci divide oggi resta il giudizio sui risultati finora ottenuti attraverso la mobilitazione e il confronto".
Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, al termine dell'incontro con i vertici nella sede del Pd a Roma 13 novembre 2023. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTISembra differente anche la missione del sindacato. L’azione di Landini e Bombardieri ha connotazioni politiche?
"Il sindacato, per le persone che rappresenta, deve valorizzare quando acquisisce risultati nella non sempre facile realtà con cui si confronta. Bisogna uscire da una logica novecentesca dove il fine era il conflitto fine a se stesso. Il sindacato deve stare distante dalla politica, dal movimentismo inconcludente, dalle ideologie. Non può vendere sogni, ma deve rimanere con i piedi per terra e fare i conti con il contesto in cui si muove".
Attribuite anche un valore diverso allo sciopero che avete evitato e non condiviso?
"Sì. Per un motivo semplice: la Cisl, dato il momento particolarmente delicato che l’Italia sta vivendo sul piano economico e sociale, ha considerato e continua a considerare un errore caricare di ulteriori sacrifici i lavoratori e causare disagi ai cittadini. E bisogna evitare di riversare nelle aziende tensioni e conflitti che nulla hanno a che vedere con il mondo delle imprese che invece andrebbero coinvolte in un complessivo fronte riformista sociale. Naturalmente questo non significa mettere in discussione l’esercizio del diritto di sciopero. Assolutamente sbagliato. Nessuno osi indebolirlo. Alzeremmo veramente barricate e contrasteremmo con forza ipotesi di questo tipo".
Oggi a Roma manifestate però anche voi contro ciò che non vi soddisfa nella manovra.
"Abbiamo scelto uno slogan chiaro: partecipare per crescere. Con i nostri delegati provenienti da tutta Italia chiederemo a governo e Parlamento di migliorare la manovra economica e lanceremo non solo alle istituzioni ma anche alle imprese la sfida di un nuovo patto sociale da negoziare, costruire, per mettere al centro crescita, sviluppo, rilancio degli investimenti pubblici e privati, qualità e stabilità del lavoro".
Che cosa non va e che cosa va per voi nella legge di Bilancio del governo Meloni?
"Non è la manovra economica che la Cisl avrebbe voluto. Lo abbiamo detto tante volte. Anche se ci sono misure e provvedimenti che raccolgono proposte e rivendicazioni che abbiamo avanzato in questi mesi. E molto importante, ad esempio, la proroga per tutto il 2024 del taglio del cuneo contributivo, aver accorpato le prime due aliquote Irpef per i redditi medio-bassi e poi le prime risorse stanziate per rinnovare i contratti pubblici. Positiva la continuità della detassazione su premi di risultato e accordi di welfare, i fringe benefit detassati, l’indicizzazione delle pensioni".
Ma?
"Ma persistono ombre pesanti. È sbagliata la stretta sulle pensioni: il governo farebbe bene a ritirare l’articolo 33 che restringe aliquote e rendimenti per i futuri trattamenti pensionistici per medici, infermieri, personale degli enti locali, maestre d’asilo, ufficiali giudiziari. Ed è sbagliata la stretta ulteriore su Ape sociale e Opzione donna. E poi occorre investire di più sul sistema sanitario pubblico. La convocazione di martedì a Palazzo Chigi ci potrà di sicuro aiutare a ragionare meglio sulle modifiche e i miglioramenti da apportare, eliminando misure odiose che non condividiamo. Bene questa disponibilità da parte della premier Meloni, ma aspettiamo di conoscere le posizioni del governo. Il compito del sindacato è dialogare e contrattare. Noi siamo pronti".
A che punto è la vostra iniziativa per la legge sulla partecipazione dei lavoratori alla governance delle imprese?
"La campagna per la raccolta firme sulla legge di iniziativa popolare sulla partecipazione organizzativa, finanziaria, gestionale, consultiva ha riscosso grande interesse dei lavoratori, dei cittadini, del mondo economico e accademico. Siamo molto soddisfatti. Le persone stanno cominciando a capire che la partecipazione incrocia e può risolvere tutte le grandi sfide di questo tempo: salari insufficienti, investimenti assenti, produttività stagnante, organizzazione del lavoro da innovare e rendere coerente con le esigenze di vita. È la riforma istituzionale che serve al nostro Paese, la vera sfida per contrastare le delocalizzazioni, qualificare e sostenere le aziende virtuose che applicano i contratti, investono in innovazione e nuove tecnologie, sviluppano modelli partecipativi".
Roma, 24 novembre 2023 – Un mese e mezzo vissuto da ostaggi nelle mani di Hamas. Quali conseguenze psicologiche dovranno affrontare le donne e i bambini liberati ieri? Ne parliamo con Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista a Roma. "È una delle poche volte nella storia – premette – che un gruppo di bimbi così piccoli è oggetto di un periodo di detenzione così lungo. Le ripercussioni precise potranno essere valutate soltanto nel tempo".
La psiconalista Adelia LucattiniDottoressa come reagisce un bambino alla prigionia forzata?
"Questi piccoli hanno subìto più di un trauma. Prima di essere rapiti potrebbero aver visto uccidere i familiari e assistito a scena di violenza. Quando un bimbo viene separato forzatamente dei genitori e tenuto in cattività – dopo una prima fase in cui piange e si dispera – entra in una sorta di congelamento delle emozioni. Una strategia di sopravvivenza, nota in psicologia come freezing . I bambini smettono di parlare, stanno fermi, si mostrano assenti, come intontiti".
Cosa invece è accaduto alle donne?
"Negli ostaggi adulti l’emozione preminente è quella della paura costante. Paura di morire, e nel caso di donne, di essere aggredite e stuprate. Alla lunga può subentrare una forte depressione che porta le vittime a chiudersi in se stesse o – viceversa –, nel momento del rilascio, a parlare incessantemente del dramma, in modo compulsivo, meccanico, quasi ’a macchinetta’".
Riusciranno, donne e bambini, a superare i traumi?
"Sarà necessario un lungo lavoro mirato. Fortunatamente gli psicologi e psichiatri israeliani sono tra i più preparati al mondo ad aiutare le vittime di prigionia. Esistono importanti studi scientifici basati sul trattamento dei superstiti dei campi di sterminio e delle loro famiglie".
Quali sono gli interventi nell’immediato?
"Le donne verranno affidate a psicoterapeuti specializzati. I bambini saranno invece accolti da soldatesse non in divisa, in un ambiente simile a quello vissuto nel quotidiano, pieno di giocattoli e suoni rassicuranti. I terapeuti si focalizzeranno su domande riguardanti il loro stato fisico, evitando di porre quesiti diretti sull’esperienza appena conclusa. Questo perché i piccoli, ancora sotto choc, non hanno ancora piena consapevolezza di quanto subìto. È necessario accompagnare l’uscita dallo stato di freezing emotivo, per evitare reazioni dolorose difficilmente gestibili. C’è assoluto bisogno di una fase di decompressione psicologica”.
Roma, 25 novembre 2023 – Ennesimo braccio di ferro tra i sindacati e il ministro dei Trasporti Matteo Salvini sul tema dello sciopero. Dopo quello organizzato il 17 novembre da Cgil e Uil e ridotto a quattro ore di durata dalla precettazione del governo, nella giornata di ieri sono stati i sindacati di base a confermare lo sciopero di 24 ore di lunedì 27 novembre al termine di un confronto con il vicepremier che si è concluso con un nulla di fatto.
MILANO ARCHIVIO DOMANI VENERDI NERO PER TRASPORTI SCIOPERO NAZIONALE MEZZI PUBBLICI E ATM - FOTO NEWPRESS PER FACHIN LUCIDI TOGNOLATTIIn serata, infatti, il ministro ha firmato la lettera che lo riduce alla sola fascia oraria 9-13. “Il ministro tiene a precisare che il diritto allo sciopero è sacrosanto – si legge nella nota diffusa dal ministero – e ha auspicato un sempre maggior coinvolgimento di tutte le realtà sindacali da parte delle aziende con l'obiettivo di risolvere i contenziosi. Allo stesso tempo, però, il titolare del mit è altresì determinato a ridurre al massimo i disagi per i cittadini, anche alla luce di agitazioni che ormai sono diventate molto frequenti, e che colpiscono con particolare insistenza il settore dei trasporti. Troppo spesso gli scioperi creano complicazioni proprio nell'ultimo giorno prima del weekend o all'inizio della settimana lavorativa”. Cobas, Usb, Cub Trasporti, Sgb e Orsa, dal canto loro hanno invitato i lavoratori a incrociare le braccia per chiedere “aumenti salariali dignitosi”, “migliori condizioni di lavoro”, il “blocco delle privatizzazioni” e la “tutela della salute e della sicurezza”.
Le motivazioni del bloccoPer USB Lavoro Privato lo sciopero è stato proclamato “per il superamento dei salari di ingresso; contro appalti e subappalti; per la sicurezza sul lavoro e del servizio; per il salario minimo a 10 euro l’ora; per il libero esercizio del diritto di sciopero; per il blocco delle spese militari”. Per i Cobas è importante scioperare “contro ogni forma di limitazione del diritto di sciopero e per l’abolizione degli accordi sulla rappresentanza, superando monopolio costruito su complicità OO.SS. e associazioni datoriali". Infine CUB Trasporti ha indetto lo sciopero per la “salvaguardia del diritto di sciopero; contro la pratica dei contratti atipici e il precariato; per gli aumenti salariali a partire da almeno 300 euro al mese; per una riduzione dell’orario di lavoro”.
I possibili disagi a Milano, Roma e NapoliA Milano lo sciopero potrebbe avere conseguenze sulle linee ATM di superficie e delle metropolitane dalle 8:45 alle 15 e dopo le 18, fino al termine del servizio. Nella stessa giornata le corse Autoguidovie delle linee 201, 220, 222, 230, 328, 423, 431, 433 saranno garantite solo dalle 5:30 alle 8:29 e dalle 15 alle 17:59. Fuori città, possibili disagi anche sul servizio della funicolare Como-Brunate dalle 8:30 alle 16:30 e dopo le 19:30, fino al termine del servizio.
A Roma lo sciopero interesserà la rete di ATAC e Roma Tpl e, nell’intero Lazio, quella Cotral. Sulle linee bus, filobus, tram, metropolitane e sulla Termini-Centocelle, gestite da Atac, e sulle linee di bus della Roma Tpl, il servizio sarà assicurato dall’inizio delle corse diurne e sino alle 8:29 e poi dalle 17 alle 19:59. Con le stesse modalità, la protesta interesserà i bus extraurbani e le ferrovie Metro Mare e Roma-Nord di Cotral.
A Napoli l’eventuale interruzione del servizio per lo sciopero verrà gestita nel rispetto delle fasce di garanzia con le seguenti modalità: – linee di superficie (tram, bus, filobus): servizio garantito dalle ore 5:30 alle ore 8:30 e dalle ore 17:00 alle ore 20:00. Le ultime partenze saranno effettuate 30 minuti prima dell’inizio dello sciopero e riprenderanno circa 30 minuti dopo la fine dello sciopero.
Roma, 24 novembre 2023 – Avvocato Mattia Alfano, che cosa ha capito nei suoi 21 anni di penale difendendo le donne vittime di violenza e i carnefici, ad esempio chi è stato accusato di stupro?
"Lavorare anche come legale dell'Osservatorio nazionale sostegno vittime mi permette di avere una doppia visione. Posso dire questo: capita il raptus improvviso ma è davvero rarissimo. Quello che invece si ripete costantemente è l’escalation, che inizia con una mania di controllo e di supremazia che probabilmente esisteva anche prima, quando la coppia stava insieme”.
Ha meno di 35 anni una volta su due, è italiano nel 60% dei casi. Giorni fa è uscito questo ‘identikit’ dal tribunale di Milano sulla violenza contro le donne.
“Confermo, questa fotografia rispecchia anche quello che ho trovato nel corso della mia esperienza. E queste percentuali meritano una riflessione: certi tipi di persone provocano determinati campanelli d'allarme. Che invece in altri casi si abbassano o non scattano proprio”.
Se dovesse tracciare una scala del pericolo?
"Il vero punto di rottura è quando si arriva al contatto fisico”.
Eppure anche la violenza psicologica può provocare effetti devastanti.
"Vero, ma quando si usa la forza, succede che l’impunità del primo gesto porta sempre allo step successivo. Quando si arriva alla violenza fisica, difficilmente si torna indietro e ci si ferma a quel contatto”.
All’origine cosa c’è?
"Il bisogno di controllo. Fisico o virtuale, molto via social, ad esempio ‘spiando’ i commenti, gli accessi su WhatsApp… Poi subentra il pedinamento, ci si fa trovare ad esempio sul luogo di lavoro. Il passaggio successivo è il divieto tipo: “Non ti azzardare ad andare a ballare anche se non stiamo più insieme”. Succede davvero molto spesso”.
Infine si passa alla violenza fisica?
"All’inizio magari è una spinta, uno strattonamento, uno schiaffo o uno sputo… Anche l’aggressione verbale è un’aggravante ulteriore. Che precede quella fisica, con l’intenzione di fare male. Penso anche agli stupri. Sì, ho difeso uomini accusati di questo reato”.
Non ha mai avuto la tentazione di rinunciare alla difesa?
"No, perché mi sono sempre ricordato di quel che diceva il mio presidente della Camera penale quando ho iniziato la professione. L’avvocato solo incidentalmente difende il cliente; ogni volta difende i diritti”.
In base alla sua esperienza, in che percentuale di casi si arriva alle condanne?
"In oltre la metà, sicuramente. In questi ultimi anni c’è stata una sensibilità maggiore. Ma paghiamo lo scotto di un sistema che dà una risposta sempre tardiva, bisogna aspettare il terzo grado di giudizio. Quindi la vittima, a differenza di quel che accade in altri ordinamenti, non vede il carnefice scontare la condanna, se non dopo molti anni. E questo è un problema. Anche perché chi commette il reato continua a sentirsi impunito”.
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"La liberazione degli ostaggi a Gaza è solo l'inizio. Ci aspettiamo che altri siano rilasciati domani e dopodomani". Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ricordando che la bimba americana di 4 anni, Abigail, è ancora nelle mani di Hamas. "La soluzione a due Stati in Medio Oriente è ora più importante che mai", ha aggiunto Biden sottolineando che è necessario lavorare ad un futuro nel quale "questo tipo di violenza è impensabile".
Un totale di 137 camion che trasportavano cibo, acqua, medicine e altri beni di prima necessità sono stati scaricati a Gaza da quando è iniziata oggi la tregua tra Israele e Hamas. Lo hanno reso noto le Nazioni Unite. Si è trattato del più grande convoglio umanitario entrato a Gaza dall'inizio della guerra, il 7 ottobre, ha affermato in una nota l'ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari.
Milano, 24 novembre 2023 – Il welfare aziendale, si sa, cambia col mondo che cambia. In qualche modo si adatta alle esigenze della società che evolve e migliora. Accade, per esempio, con le politiche a favore dei dipendenti che diventano genitori. Ma c’è anche un fenomeno che si può leggere in due modi molto diversi, uno dei quali non positivo, ed è quello del welfare contro la violenza sulle donne. Negli ultimi anni le aziende si stanno attrezzando, arricchendo le proprie politiche per il sociale con interventi a favore delle vittime di violenza di genere. Non solo promuovendo e finanziando progetti di sensibilizzazione verso il pubblico (in questo senso le aziende che accanto alla sostenibilità ambientale hanno inserito policy per l’uguaglianza di genere sono tante), ma soprattutto parlando al proprio interno. Cosa significa? Certamente, una maggiore sensibilità dei vertici aziendali sul tema. Ma anche un peggioramento del clima nel Paese (non per forza e non tanto sul piano dei numeri) che ci mette, di nuovo, come sempre, tra le “categorie protette”. Per dirla più semplicemente, arriverà il momento in cui non ci sarà più bisogno di intraprendere azioni concrete per le vittime di violenza di genere, ma non è di certo questo. E allora vediamo quali sono alcune aziende che sul tema sono scese in campo.
Kellanova (ex Kellogg)L’annuncio è dei giorni scorsi: in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Kellanova adotta nuove policy a favore dei propri dipendenti vittime o sopravvissuti ad abusi domestici. Obiettivo, promuovere un ambiente lavorativo sempre più inclusivo e sicuro per tutti i dipendenti, a prescindere dall’anzianità di servizio. Per i dipendenti vittime o sopravvissuti alla violenza domestica sono garantiti fino a dieci giorni di permesso retribuito aggiuntivo e una maggiore flessibilità lavorativa, condizioni essenziali per chi si trova ad esempio nella situazione di dover partecipare ad un appuntamento con un avvocato, ricercare un alloggio alternativo o prendersi cura dei propri figli in una circostanza così delicata. I giorni di congedo sono gestiti in maniera confidenziale, senza la necessità da parte del dipendente di dover fornire una giustificazione dettagliata per l’assenza. Inoltre, il programma di assistenza aziendale prevede la possibilità di usufruire di un servizio di consulenza confidenziale che offre counselling e sostegno specialistico in modo gratuito, a cui si può accedere online o telefonicamente 24 ore su 24, sette giorni su sette. A questo si aggiunge il supporto legale, con il pagamento della prima ora di assistenza forense, e il supporto finanziario grazie ad un contributo una tantum per sostenere eventuali spese per aprire un nuovo conto bancario o qualsiasi altra attività che possa garantire sicurezza finanziaria al dipendente.
Questa nuova policy si inserisce in un contesto di welfare molto più ampio e preesistente: lo scorso marzo l’azienda ha implementato delle politiche volte a sostenere i dipendenti che stanno affrontando trattamenti per la fertilità, percorsi di transizione di genere, o che stanno vivendo particolari fasi della vita legate alla menopausa o all’interruzione di gravidanza. Nel luglio del 2022, Kellanova ha lanciato una formula di lavoro ibrido orientata verso una suddivisione al 50% tra tempo lavorativo in ufficio e a distanza.
Femminicidi, la forza di Valentina: “Ha ucciso mia madre, non è mai stato un padre per me. Oggi aiuto gli orfani” TigotàIl gruppo dei negozi della bellezza e della casa Tigotà, in occasione del 25 novembre, ha allestito le vetrine degli oltre 650 punti vendita con manifesti che invitano le donne in difficoltà a chiedere aiuto e sostegno. Oltre a pubblicizzare il numero verde antiviolenza 1522 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari Opportunità, c’è la possibilità di inquadrare un QR Code per collegarsi direttamente alla chat dove operano, sette giorni su sette e 24 ore su 24, operatrici specializzate. “Se riuscissimo ad aiutare anche una sola donna in difficoltà con questa iniziativa sarebbe per noi un successo”, spiega Stefania Casonato, amministratore delegato di Tigotà. “Il sostegno alle persone in difficoltà - chiarisce Casonato - è rappresentativo del nostro sistema valoriale. In Tigotà contiamo più di 4.350 collaboratrici, l’85% sul totale delle persone che lavorano con noi. Ma questo non è l’unico aspetto che fa di Tigotà un’azienda vicina all’universo femminile. L’attenzione è rivolta a tutti gli aspetti della vita di una donna, anche quelli più difficili. Nei confronti delle persone vittime di violenza di genere è previsto uno sportello di ascolto aziendale unitamente a diverse misure di tutela: le richieste di aspettativa vengono infatti validate nel più breve tempo possibile, c'è inoltre la possibilità di richiedere il trasferimento presso una diversa filiale del gruppo al fine di offrire maggiore protezione alla vittima e, in caso di malattia derivante dalle conseguenze di violenze di genere, il periodo di conservazione del posto di lavoro è stato esteso a 240 giorni, rispetto ai 180 previsti dalla legge”.
Donne e potere, “131 anni per contare come gli uomini”. Il professore: “Servono 5 generazioni, ecco perché” Ladisa RistorazioneGià nel 2019 il cda di Ladisa srl ha approvato il nuovo regolamento di welfare aziendale. Tra le novità introdotte, alcune riguardano proprio le donna lavoratrici (oltre il 70% del personale di Ladisa è femminile). In caso di atti persecutori (stalking), maltrattamenti familiari e di violenza fisica e psicologica, oltre ai 90 giorni previsto dalle attuali norme per il recupero, l’azienda concederà un congedo pari a 6 mesi nell’arco dell’intera vita.
EsselungaGià tre anni fa Esselunga ha aderito alla rete di Fondazione Libellula, il primo network di aziende unite contro la violenza sulle donne e la discriminazione di genere, creato da Zeta Service, azienda di human resources. Proprio nell’ambito della collaborazione con #FondazioneLibellula, ha attivato lo “sportello di ascolto telefonico”: un servizio gratuito di counselling che offre un supporto psicologico anonimo e confidenziale a tutte le colleghe del Gruppo Esselunga che sentono il bisogno di proteggere se stesse e la propria libertà contro ogni forma di violenza. Il numero verde gratuito è attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e garantisce il totale anonimato. Psicologi e professionisti dell’ascolto saranno a disposizione delle colleghe: un passo concreto di prevenzione e un riferimento per aiutarle contro qualsiasi forma di violenza.
Il progetto Sostegno Donna di WeWorldDue anni fa, nel 2021, dalla collaborazione tra Welfare Come Te e WeWorld onlus è nato Sostegno Donna. Si è trattato della prima iniziativa dedicata proprio alle aziende per promuovere – oltre a una maggiore sensibilizzazione sul tema – l’apertura di uno “sportello” per dare la possibilità ai lavoratori e alle lavoratrici di ricevere una “presa in carico leggera” che sia in grado di affiancare, consigliare e orientare. Questo per rispondere a una situazione contestuale complicata, con l’obiettivo di ridurre la violenza domestica quale paradigma delle relazioni tra uomini e donne e favorire l’empowerment femminile: le capacità relazionali, personali, psicosociali delle donne, come chiave per lo sviluppo aziendale.
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Roma, 24 novembre 2023 - In diretta tv il dramma di Eleonora Giorgi: "Mi hanno diagnosticato un tumore al pancreas". Lo ha rivelato la stessa attrice e regista ospite da Myrta Merlino, nello studio di Pomeriggio Cinque, su Canale 5.
Il mio pubblico è la mia famiglia"La mia famiglia, a parte le persone più care, è il mio pubblico: ho bisogno di voi, del vostro amore", ha spiegato l'attrice rivelando il male che l'ha aggredita. "Ora inizierò un cammino che condividerò con tante altre persone: chemio, operarsi e poi... il ritorno", ha detto la Giorgi.
Sono qui come una guerrieraDurante la trasmissione l'attrice 70enne ha spiegato,alla conduttrice: "Quando ci siamo incontrate avevo appena fatto per un puro caso una tac, venivo da una biopsia che poteva anche voler dire un anno, e invece adesso è arrivata la risposta, sono qui come guerriera, la cosa positiva è che potrò operarmi".
Non ci dobbiamo vergognareMolti lo avrebbero tenuto segreto, ha sottolineato Giorgi. "Una cara amica, molto prudente e molto buona, mi ha consigliato di non dirlo: avrai le facce di circostanza, ti isoleranno, mi ha detto. E invece no: tutti noi non ci dobbiamo vergognare se ci sentiamo male. Magari tornerò qui con una parrucchetta". Poi ha ringraziato i due figli "per lo straordinario amore che mi hanno testimoniato, a un livello che non immaginavo".
Bologna, 24 novembre 2023 – "Ei, dove sei?”. “Sei arrivata a casa?”. “Cosa stai facendo?”. Perché non mi rispondi?”. “Ma rispondimi”. Questo è amore o controllo? Tanto la drammatica storia di Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex Filippo Turetta, quanto le parole di sua sorella Elena ci risuonano come 'campanelli d’allarme’: la violenza è prima di tutto nelle relazioni quotidiane, nel modo in cui i nostri partner ci parlano, controllano, ci sottomettono psicologicamente e, nel caso peggiore, anche fisicamente.
“Quello di Filippo era un comportamento malato, voleva essere sempre con lei, le controllava il telefono”. ha raccontato Elena. Come quella volta al concerto di Milano quando con Giulia erano andate insieme a sentire un gruppo e Filippo la tempestava di messaggi. La difficoltà sta nel riconoscere la normalizzazione di certi comportamenti che sono l’estremo opposto dell’amore.
“Se non gli rispondi entro pochi minuti, se vuole sapere da te insistentemente dove sei, cosa fai, con chi sei: questo è il controllo ossessivo e dentro ad una coppia può essere perpetrato da entrambe le parti. Una violenza difficile da riconoscere, che ti affligge, e da cui è complicato uscirne fuori”. Perché ti ripeti: ‘mi ha solo chiesto dove ero. Fa così perché ci tiene a me. Non ha mai alzato una mano su di me’”.
E questi sono i veri segnali di pericolo. Lo sa Alessia Ruggero, studentessa di 20 anni, che per Giulia e le altre grida “Adesso basta! Questo è troppo” nella piazza ‘arrabbiata’ di Bologna. Lo sa anche Nicole Cappuccini, 26 anni: “Evidentemente le parole non bastano e nemmeno la fiducia quando per esempio ti controllano il cellulare. Poi parlandone con alcune amiche ho scoperto che è un fatto molto comune”.
Femminicidi, la forza di Valentina: “Ha ucciso mia madre, non è mai stato un padre per me. Oggi aiuto gli orfani”Quelle amiche che spesso diventano confidenti di un malessere che si fa sempre più profondo e a cui giunge il primo grido d’aiuto.
“Chi vive questa violenza spesso, purtroppo, resta ‘incastrato’ e non riesce a staccarsi facilmente”, racconta Giulia Pancani, 37 anni. Ed è una violenza che spesso nasce già tra i banchi. “E’ sempre più frequente nelle scuole sentire di ragazzi che prendono il cellulare della propria fidanzata per controllarlo e poi lo raccontano ai compagni”, racconta Laura Spaggiari, 33 anni, insegnante di liceo. “Spesso tendiamo a fare dei gesti simbolici, ma la battaglia contro la violenza di genere dove passare principalmente dall’educazione all’affettività in famiglia e a scuola”.
Il passo necessario è quello di una presa di coscienza e di responsabilità collettiva. “Gli uomini devono fare mea culpa, anche chi non ha mai fatto nulla, anche chi non ha mai torto un capello a una donna”, ha detto Elena Cecchettin con il volto rigato dalle lacrime e lo sguardo coraggioso di chi “non starà mai zitta”. "Fatevi un esame di coscienza e poi imparate da questo episodio e iniziate a richiamare anche i vostri amici perché da voi deve partire questo”. Elena sta dicendo di non voltarsi di spalle e di essere vigili nella quotidianità, perché l’ora più buia non torni più.
Femminicidi, Serena Dandini: “Violenza sempre uguale, nei secoli. Vi racconto le muse da riscattare”“Credo che sia importante dimostrare che non siamo indifferenti, per dire ‘basta!’, ed essere vedette”, dice Andrea Fabbri, 26 anni, sceso in piazza a Bologna per le vittime di violenza. “Molto spesso gli atteggiamenti legati alla possessività vengono sottovalutati ma sono il chiaro segnale di un problema che può sfociare in qualcosa di più grave. Per questo motivo è una questione che coinvolge tutti”.
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Roma, 24 novembre 2023 – “Contro la violenza sulle donne non sei sola, chiama il 1522”. È lo slogan che ha lanciato il governo per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, proiettandolo sulla facciata di Palazzo Chigi.
GIORGIA MELONIAlla cerimonia presenti la premier Giorgia Meloni, i ministri della Famiglia, natalità e pari opportunità, Eugenia Roccella, e per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, oltre a varie personalità del mondo dello sport.
"Siamo qui con un numero di telefono, il 1522, a dire alle donne italiane che non sono sole. È un numero che si può chiamare a ogni ora se si ha paura e si può trovare dall'altra parte qualcuno che ti può aiutare. Chi ha paura sappia che non è sola”, ha detto la premier Giorgia Meloni fuori Palazzo Chigi, illuminato di rosso.
"Non ci dovremmo ritrovare” soltanto “nel momento della riflessione e della commozione di fronte a una vita che si spezza e viene spezzata dal non amore. Di questo” e di cosa fare per la violenza contro le donne “si deve parlare soprattutto quando le cose vanno avanti normalmente. Noi dobbiamo prepararci tutti insieme e preparare le condizioni affinché le donne possano sentirsi sicure e libere di scegliere la propria vita e con chi stare. È la supremazia del rispetto che viene prima di ogni altra cosa”. Lo afferma il ministro dello Sport e i Giovani, Andrea Abodi, a Palazzo Chigi.
"Salvini passa dalle minacce ai fatti. Ciò nonostante la totale chiusura rispetto alle rivendicazioni salariali, dei diritti, sulla sicurezza, contro le privatizzazioni". Così il segretario nazionale della Cub Trasporti, Antonio Amoroso, che definisce la precettazione "un atto gravissimo per uno sciopero indetto nel rispetto delle regole". L'accusa a Salvini è di "voler scippare ai lavoratori la libertà dell'esercizio di sciopero". La Cub e gli altri sindacati di base "valuteranno se riprogrammare l'astensione ad un'altra data avviando una campagna per sensibilizzare il Paese rispetto al grave attacco ai diritti democratici".