Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso si recherà da domani, 10 dicembre, a mercoledì 13, in missione ufficiale in Giappone, dove terrà una serie di incontri istituzionali con quattro ministri del governo Nishida e alcuni rappresentanti delle principali multinazionali giapponesi, tra i quali il CEO di Sony, Terushi Shimizu, e una delegazione della più grande banca giapponese, Mufg. Lo comunica una nota. Obiettivo della missione è consolidare il dialogo in materia economica e industriale e rafforzare il coordinamento tra i Paesi, anche in funzione della presidenza italiana del G7 nel 2024, che prenderà il testimone proprio dal Giappone. Il focus della missione poi sulla promozione di investimenti privati e di progetti di ricerca industriale, in particolare nel settore della microelettronica, sulla base del piano nazionale italiano che ha aumentato la propria dotazione di oltre 1,8 miliardi tra la legge di Bilancio 2024 e il decreto Asset. Urso parteciperà inoltre a due workshop sulle frontiere tecnologiche e sui semiconduttori, organizzati in collaborazione dai governi italiano e giapponese. Ai meeting parteciperanno oltre duecento imprese giapponesi.
Tivoli (Roma), 9 dicembre 2023 – “Abbiamo fatto tutto il possibile. Ci perdonino le anime di chi non siamo riusciti a raggiungere in tempo”. È lo sfogo di una volontaria intervenuta nella notte all'ospedale di Tivoli, dove un incendio ha trasformato la struttura in una trappola mortale. Pazienti morti, reparti evacuati e vigili del fuoco che hanno lavorato per tutta la notte in un inferno di fuoco. "Siamo scappati al buio, le scale erano invase dal fumo”, raccontano i pazienti evacuati.
All’indomani della tragedia, la comunità di Tivoli è sconvolta. Duecento persone sono state evacuate dal nosocomio in fiamme, mentre la protezione civile ha allestito un centro di raccolta nella “vicina palestra comunale Maramotti con coperte, letti e cuscini”, spiega il sindaco Giuseppe Proietti. “I pazienti evacuati sono stati trasferiti gradualmente – continua – in attesa di essere poi trasportati dalle ambulanze presso altri centri ospedalieri. Le fiamme sono state domate nella notte”.
La sopravvissuta: “Mio padre è morto, io salva”“Ero in ospedale per dare l'ultimo saluto a mio papà, morto poco prima che scoppiasse l'incendio. Intorno alle 23.15 ho sentito un forte odore di plastica bruciata, è andata via la corrente ed è scattato l'allarme. Ero in corridoio ma le scale erano impraticabili, c'era una colonna di fumo”. A raccontarlo è Veronica Timperi, la donna che ieri sera si trovava nel reparto di cardiologia del quinto piano dove era ricoverato il padre, morto prima che scoppiasse il rogo.
“'Voglio ringraziare le infermiere e i medici che sono stati prontissimi, hanno aperto la porta antincendio permettendoci così di raggiungere l'uscita. Sono tornata a casa ancora sotto choc'', ha detto la donna.
La volontaria: “Abbiamo fatto il possibile”"Abbiamo fatto tutto il possibile. Ci perdonino le anime di chi non siamo riusciti a raggiungere in tempo. Che la terra vi sia lieve". È lo sfogo su Facebook di una volontaria intervenuta nella notte all'ospedale di Tivoli. “Si potrebbero dire tante cose, infinite, ma a cosa servirebbe? Una grande disgrazia che non doveva accadere – continua la donna – e che si poteva e doveva evitare. Perché un ospedale dovrebbe offrire cure, serenità, assistenza, conforto”.
“Una delle notti più tristi”“In 12 anni di volontariato e 32 di vita, purtroppo questa è stata una delle notti più tristi”, aggiunge la volontaria sul social. “Credetemi, non è bello vedere gli occhi di un malato che trasmettono la pura paura di morire. Paura che gli sale ancora di più quando ti vedono entrare nelle stanze buie con il casco in testa, il respiratore sulla bocca e la divisa antincendio addosso”.
E la donna continua il suo racconto. “Sentire persone che gridano, persone che pregano pensando che quella sia la loro ultima preghiera. Telefoni dei pazienti che squillano perché i loro cari sono in estrema preoccupazione – ricorda la volontaria – cercare di rispondere a più chiamate possibili per dare un sospiro di sollievo a chi ha l'anima in pena per il proprio caro ricoverato. Pavimento e pareti che emanano calore”.
“Non puoi farti prendere dallo sgomento perché hai interi reparti da svuotare, scendendo e salendo ripetutamente 4/5 piani a piedi, portando pazienti sui lenzuoli adibiti a barelle. Vedere medici e infermieri che cercano di mantenere ordine e signorile pazienza in mezzo al fumo nocivo che ha invaso corridoi e stanze”, conclude la volontaria sconvolta.