Lega e Pdl si conquistano il cuore della manifestazione, imbarazzo tra i pochi rappresentanti del Pd, fischi alla laicità di Puiatti, spallate all’amministrazione comunale e applausi a Gigi Di Meo. Soddisfatto per almeno tre motivi Michelangelo Agrusti, organizzatore del corteo pro Israele di ieri: la presenza (circa 300 persone), per aver messo insieme politicamente su un argomento delicato centrodestra e centrosinistra e perchè l’iniziativa, nata pacifica è terminata con la stessa prerogativa.
Tante le bandiere che hanno sfilato: c’erano quelle di Israele (portate da Agrusti, così come le fiaccole), quelle della Lega, di An, del Pdl, una italiana voluta da Adriano Bomben e una palestinese di Azione Giovani. Il corteo ha attraversato le vie cittadine in silenzio, nessuno slogan, nessuna provocazione ed è arrivato alla meta (auditorium della Regione) sotto gli sguardi incuriositi dei passati del sabato pomeriggio. Siparietto curioso alla partenza: un cittadino straniero dalla finestra di casa ha più volte inneggiato alla Lega sotto gli occhi divertiti dei padani tutti con il fazzoletto verde al collo. Quella che però lungo la strada è stata una manifestazione bipartisan, ha modificato la sua ragione sociale all’auditorium. Ci ha pensato Enzo Bortolotti a dare la sferzata. «I giovani della Lega volevano scandire uno slogan lungo la strada. Li ho fermati. Ora quello slogan lo voglio urlare: Pordenone cristiana, mai musulmana». Lungo applauso, poi nuova spallata. «Oggi abbiamo stimolato Pordenone a svegliarsi. I cittadini sono stanchi perchè gli islamici, visto quanto accaduto sabato scorso con la preghiera non autorizzata in piazza, tentano di impadronirsi dei nostri spazi. Dove era il sindaco di Pordenone? No al terrorismo islamico che sta cercando di minare la nostra cultura». In precedenza proprio Alessandro Ciriani aveva parlato in difesa dell’identità. «Quanto accaduto oggi deve essere un punto di partenza per difendere i nostri valori. La Pace appartiene a tutti, nessuno ha il diritto di appropriarsene». Non sono mancati gli applausi per gli interventi dal palco, da Isidoro Gottardo (Fi) sino ad Alessandro Maran (Pd), passando per Maurizio Salvador (Udc), Flavio Pertoldi (Pd) e Manlio Contento (An). Un dato: nè Pertoldi, nè Maran hanno difeso il sindaco Bolzonello (Pd come loro) dagli attacchi leghisti.
Gelo, invece, per Mario Puiatti che ha avuto il coraggio (come sempre del resto) di dire il suo pensiero in totale controcorrente rispetto agli umori in sala. «Il mio auspicio è che Pordenone sia una città laica. Mi fa paura una Pordenone cristiana, così come una Pordenone musulmana. No ai fondamentalismi». Bordate di fischi. Piccolo recupero con la seconda parte dell’intervento. «Avrei preferito vedere solo bandiere di Israele e non di partito. La mia presenza a questa manifestazione è legata all’assurdità di pensare che Israele non abbia diritto di esistere». Discorso a parte per Michelangelo Agrusti e Gigi Di Meo. Il primo ha aperto il dibattito spiegando che i "pordenonesi si riappropriano della loro città" e ha portato a casa il riconoscimento di tutte le forze politiche, il secondo ha tirato fuori dal cilindro una frase a effetto che ha scaldato gli animi dei presenti in maggioranza leghisti, forzisi e di An. «Capisco il sindaco che aveva chiesto un passo indietro, ma è arrivato il momento di fare un passo avanti. Io non voglio essere sottomesso da alcuno». In serata Isidoro Gottardo ha lanciato un messaggio alla Lega Nord. «Noi siamo per la difesa dell’identità, ma contro ogni tipo di fanatismo». Tanti i politici in sala tra cui Franco Dal Mas, Antonio Pedicini, Danilo Narduzzi, Paolo Santin, Edouard Ballaman e Angioletto Tubaro.
Commenti
Una manifestazione meravigliosa
Finalmente si è visto che gli amici di Israele e della pace vera esistono.
Grandissimo Agrusti e grandissimo Di Meo.
I leghisti hanno fatto benissimo a sottolineare che non dobbiamo permettere che gli integralisti islamici comandino a casa nostra.
Sbagliano sempre, invece, quando contrappongono all'Islam fanatico il cristianesimo; ha fatto bene Puiatti a ricordare che al posto di quest'ultimo va messa la cultura laica occidentale.
Le forze del centrodestra hanno meritato di prevalere e di portare le loro bandiere in una manifestazione di vicinanza a Israele come questa: sul centrosinistra pesano quarant'anni di sostegno cieco alla causa palestinese e di ancora più cieca ostilità verso lo Stato ebraico. Ostilità, purtroppo, tutt'altro che morta: basti pensare al fatto che il PD non ha aderito alla manifestazione (e ciò va ancora di più a merito di Maran e Pertoldi).
Da udinese faccio i miei più profondi complimenti agli amici d'oltre Tagliamento.