La ricostruzione della conversazione grazie alle confidenze dei presenti
«Pronto? Sono Francesco».
«Santo Padre… ».
«So che sta facendo uno sciopero della fame e della sete… so che lo fa in sostegno dei detenuti, perché le loro condizioni di detenzione siano più umane».
«È cosi’ Santo Padre».
«E so anche che si augura, domenica prossima una mia parola».
«Sì, domenica verranno canonizzati Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II, molto amati, dai credenti e anche dai credenti in altre fedi».
«Papa Roncalli, lo so, è stato il primo ad andare in un carcere, celebrò la Santa messa a Regina Coeli il giorno di santo Stefano, ed ebbe parole di conforto e speranza per i detenuti raccontando loro di quel suo parente finito in carcere per bracconaggio, e tutti sapevano che era una bravissima persona».
«…e Papa Giovanni Paolo II a Montecitorio chiese pubblicamente al Parlamento un provvedimento di indulto per decongestionare le carceri dove sono stipati poveri diavoli».
«Pannella, torni a bere. È Papa Francesco che glielo chiede».
«Vuole dire che domenica dirà una parola».
«Domenica dirò una parola».
«E di questo nostro colloquio».
«Il Papa ascolta e parla con tutti. Perché non dovrei ascoltare e parlare anche con lei? E quando si è rimesso in forze, mi venga a trovare. Credo di essere più vicino al suo pensiero di quanto lei non creda, e anche lei al mio».
Forse il lungo colloquio telefonico (una ventina di minuti) tra Papa Francesco e Pannella non è stato proprio in questi termini. Noi l’abbiamo ricostruito grazie alle confidenze dei presenti. Ma di certo la telefonata è partita da Santa Marta, il Papa saputo del desiderio di Pannella di parlare con lui non ci ha pensato due volte a comporre il numero del cellulare del leader radicale. Di sicuro hanno parlato di carceri, detenuti, amnistia, sathyagraha (Papa Francesco ha dimostrato di essere straordinariamente documentato in materia).
È gia’ la seconda volta che il leader radicale fa breccia in Vaticano. La prima, negli anni ’80, quando animò iniziative su iniziative per richiamare l’attenzione dei potenti e dei paesi progrediti sui milioni di esseri umani vittime della fame e delle malattie. Presidente della repubblica era Sandro Pertini, che per l’occasione chiese si svuotassero «gli arsenali, strumenti di morte, e si riempissero i granai, strumenti di pace e vita»; e Papa era Karol Wojtyla, che ricevette Pannella ed Emma Bonino in Vaticano.
Nei giorni scorsi anche Papa Francesco aveva sollevato il tema della fame nel mondo. Quanto alle carceri, una delle sue prime “trasferte” è stata al carcere giovanile di Casal del Marmo; e nel corso di un incontro con i cappellani penitenziari, si è raccomandato in modo particolare: «Per favore dite che prego per loro: li ho a cuore. Prego il Signore e la Madonna che possano superare positivamente questo periodo difficile della loro vita. Che non si scoraggino, non si chiudano. Anche Dio è un carcerato, non rimane fuori dalla cella. Lui è un carcerato, dei nostri egoismi, dei nostri sistemi, delle tante ingiustizie che è facile applicare per punire i più deboli, mentre i pesci grossi nuotano liberamente nelle acque».
Pannella alla fine della telefonata ha bevuto: prima un caffè, poi due bicchieri d’acqua. Ora, finalmente può occuparsi della sua salute e rimettere in sesto il suo corpo martoriato. E prepararsi per nuove “impossibili” battaglie che in un modo o nell’altro vince sempre.