La polemica sul velo
«Non si va nei luoghi pubblici in maniera irriconoscibile». Per questo ha fatto bene il sindaco di Azzano Decimo a vietare l'uso di caschi, veli e chador». È il pensiero della radicale Emma Bonino che, in un'intervista al "Messaggero" di Roma osserva: «C'è un limite ben preciso che non c'entra nulla con l'Isiam o con altro: in una società libera vige l'obbligo della riconoscibilità personale e fisica del cittadino». Altro è la legge francese, spiega, «sbagliatissima» perché se si cominciano a vietare «la croce cattolica, la kippah ebraica o altri segni e indumenti della cultura araba», si potrebbe arrivare a proibire anche il gagliardetto della pace o il ciondolo con l'immagine di Ghandi. «1 talebani hanno imposto il burqa - commenta - e non vorrei vìvere in un paese che, alla maniera talebana, vieta altre espressioni culturali». «Quanto al velo - racconta la Bonino che da tempo vive in Egitto - «spesso non è un simbolo religioso, ma solo una moda o un segno di appartenenza e d'identità. 0 addirittura altro. Come ad esempio per una mia amica qui al Cairo. L'altro giorno mi ha detto di portare il velo «perché così non mi si vede la faccia straccala e i capelli spettinati che avrebbero bisogno di un parrucchiere ma non ho i soldi per andarci».
Il dibattito si allarga. A tuffarsi nella querelle attizzata dall'ordinanza anti-velo persino la stampa inglese. Un giornalista di un prestigioso quotidiano britannico è piombato nell'ufficio del primo cittadino leghista per farsi rilasciare un'intervista a tutto campo sulla controversa questione. «Mi compiaccio che anche Emma Bonino, da anni impegnata a battersi per i diritti delle donne, abbia compreso il senso del mio provvedimento. Provvedimento che ruota attorno a due concetti: rispetto della nostra cultura e prevenzione contro il terrorismo» - è il commento dì Borto-lotti, che aggiunge: «La mia non è stata una boutade propagandistica. Ho scoperchiato una pentola che bolliva da tempo. Se fosse veramente promosso un referendum, sono certo che la vittoria sarebbe schiacciante. Non mi meraviglierei affatto se la faccenda avesse uno sviluppo a livello parlamentare».
Li.Ri.