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Intervista ad Emma Bonino: Il fondamentalismo si sconfigge solo con la politica

Testo: 

ROMA - Dice Emma Bonino: "Il fondamentalismo religioso sta a questo secolo, come il comunismo al secolo scorso. In comune hanno l'offensiva contro il modello democratico occidentale, affermatosi in tanta parte del mondo. Si tratta quindi del nemico da combattere. Per vincere, però, non basta la forza, ci vuole una piattaforma politica. Come esiste un'organizzazione mondiale del commercio, così dovrebbe nascere un'organizzazione mondiale della democrazia".
D'altra parte non possono essere ignoratele ambiguità occidentali: i Talebani, ad esempio, sono stati foraggiati dagli USA
"E' antipatico sottolinearlo, ma lo avevo detto da commissario europeo nel '97. E' stato un grave errore di politica estera da parte degli americani, Gore lo ammise perfino. E di errori ce ne sono altri: ad esempio le sovvenzioni a molti gruppi vengono dall'Arabia saudita, ma quel paese risulta di fatto intoccabile"
Anche in Italia gioca da anni la propria politica estera sul filo dell'ambiguità?.
"Un certo tasso di ambiguità è quasi fisiologico nei rapporti internazionali, l'Italia non fa eccezione. Per questo ho apprezzato la franchezza con cui Ruggiero, all'indomani di una visita in Libia, ha ricordato che un litro su cinque della benzina che consumiamo viene da quel Paese"
Seguendo questa logica è difficile trovare un limite al compromesso
"Per questo rivendico il primato della politica. Noi radicali non siamo così ingenui da non capire la complessità dei rapporti internazionali, ma chiediamo che per un Paese come il nostro la persona umana valga almeno quanto un barile di petrolio o un sacchetto di diamanti. E comunque la trasparenza è un merito, per questo cito Ruggiero. Gli americani, per tornare all'esempio di prima, sostennero i Talebani di nascosto"
Oggi si torna a parlare di boicottaggio commerciale.
"La prima domanda è: verso chi? Credo non si possa escludere alcuno strumento, ma osservo che le sanzioni - imponendo sacrifici non solo ai governi, ma anche ai loro popoli - si sono raramente rivelate efficaci e solo in contesti ben definiti, come il Sudafrica nell'apartheid o la Serbia di Milosevic.
Torniamo al primato della politica, ma non si tratta di un appello astratto?
"Per nulla. Le faccio un esempio concreto: nel '98 ben 120 paesi approvarono il Trattato di Roma che istituì la Corte penale internazionale contro il genocidio, i crimini di guerra e quelli contro l'umanità"
E come finì?
"Beh, dopo tre anni siamo ancora lontani dalla soglia delle sessanta ratifiche da parte dei parlamenti nazionali necessaria per rendere operativo il primo tribunale globale della storia"
Un discorso analogo potrebbe essere fatto per le Nazioni unite, sempre invocate, puntualmente impotenti.
"Che si intende per Nazioni unite? All'Assemblea generale dell'Onu è difficile appellarsi: ne fanno parte decine di stati retti da dittature e riflette interessi e contraddizioni spesso paralizzanti"
Il Consiglio di sicurezza?
"Potrebbe decidere e agire, ma è prigioniero di un meccanismo - il club dei cinque membri permanenti con diritto di veto - che lo delegittima agli occhi di grande parte della comunità internazionale. Senza una riforma istituzionale, l'Onu è condannata ad una crescente impotenza".

Data: 
Domenica, 16 September, 2001
Autore: 
Fonte: 
LA NAZIONE
Stampa e regime: 
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