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RAI/ CAPEZZONE A VIGILANZA: NON CHIEDO SPAZI PER ME

Testo: 

Al sedicesimo giorno di digiuno, dopo una richiesta avanzata formalmente il 18 febbraio al presidente Petruccioli, il segretario dei Radicali italiani Daniele Capezzone è stato ascoltato oggi dalla Commissione parlamentare di Vigilanza.

Nel suo intervento Capezzone ha precisato subito di "non essere venuto a chiedere una fetta di salame televisivo per i Radicali", quanto spazio informativo per i temi oggetto delle 25 proposte di legge di iniziativa popolare sui cui è in corso una campagna di raccolta firme.
"Dall'autunno scorso ad oggi, ovvero da quando è iniziata questa raccolta di firme - ha detto Capezzone in Vigilanza - l'intero dibattito politico nazionale si è centrato su questi temi: l'articolo 18, le pensioni, la giustizia, la clonazione terapeutica e il divorzio.
Tutti temi oggetto delle nostre 25 proposte di legge, ma da settembre a oggi i principali spazi di approfondimento della Rai (Il fatto, Porta a Porta, Primo piano, Telecamere e Sciuscià) pur avendo discusso decine di volte su questi temi non hanno mai concesso un solo secondo ad un esponente radicale".

Capezzone ha ricordato quindi che anche durante i sette mesi della campagna elettorale "su 249 trasmissioni di Biagi, Vespa e Santoro, i temi radicali sono stati affrontati solo quattro volte e i Radicali sono stati invitati solo due volte su quattro".
Il problema, secondo l'esponente radicale, non sta tanto nel minutaggio concesso agli esponenti politici, quanto "nel capire quali temi vengono sottratti all'attenzione dei cittadini, quello che lo stesso Stefano Balassone chiamava il tema dell'agenda setting, ovvero la definizione dei temi sui quali si deve discutere".
Capezzone ha quindi reso noto che il garante per le telecomunicazioni "ha archiviato due giorni fa l'esposto presentato dai Radicali, riconoscendo lo squilibrio che denunciavamo ma lavandosene come al solito le mani". D'altronde, ha aggiunto, "l'autorità garante non è tecnicamente in grado di effettuare nemmeno il monitoraggio delle trasmissioni e ciò nonostante prende le sue decisioni".

A pochi giorni dalla chiusura della campagna di raccolta delle firme sulle 25 proposte di legge, Capezzone annuncia che il suo sciopero della fame continuerà fino alla fine (10 marzo) e denuncia: "La nostra campagna sta per chiudersi e invece dovrebbe cominciare oggi. Qui non sono in gioco i nostri interessi, ma sono stati feriti i diritti dei cittadini. Nemmeno i parlamentari sanno che è in corso una campagna di raccolta firme su delle proposte di legge e non su dei referendum".
Nel dibattito intervengono molti parlamentari, sia dell'opposizione che della Casa delle libertà, dichiarandosi sostanzialmente d'accordo sulle ragioni dei Radicali.
Nel centrodestra però c'è chi contesta lo strumento utilizzato da Capezzone: Alessio Butti di An giudica un "ricatto" lo sciopero della fame, mentre Davide Caparini della Lega sostiene che "esiste una cappa, quella del digiuno, che incombe su questa Commissione". Critiche a cui Capezzone risponde così: "Se un cittadino ritiene sia stata violata una legge e tutti gli organi garanti gli danno ragione però non accade nulla, ditemi voi quale strumento può essere usato da chi non ricorre alla violenza..".

L'audizione si conclude dopo più di due ore con l'annuncio del presidente Petruccioli dell'invio di una lettera al futuro presidente della Rai "per intensificare al massimo l'informazione" e per "recuperare quel vizio di pluralismo" che si è determinato finora.

Data: 
Martedì, 5 March, 2002
Autore: 
Fonte: 
APBISCOM
Stampa e regime: 
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