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"La mia ?sfida' a Tonini"

Testo: 

Ravenna - L'occasione è un incontro pubblico di cultura laica per presentare la rivista "Il giusto processo". Poco prima dell'iniziativa di cui sarà l'ospite d'onore, il segretario nazionale dei Radicali italiani, Daniele Capezzone, per la prima volta a Ravenna, accetta di rispondere ad alcune domande.
Capezzone cominciamo proprio dal tema dell'incontro: quello della giustizia.
Cosa pensa del dibattito in corso?
"Sono dell'idea che si debba aprire una pagina di verità in questo Paese uscendo non solo dalla disputa guardie e ladri che non ci porta da nessuna parte, ma soprattutto da uno schema per cui sembra che ci siano due eserciti in campo: quello di Berlusconi che dice di volere fare le riforme e non è vero. L'esercito dell'Associazione nazionale magistrati che promette scioperi".
Con chi stanno i radicali?
"Né con gli uni, né con gli altri. La nostra storia è quella di chi ha le carte in regola. Marco Pannella, Emma Bonino sono entrati nei tribunali solo per denunciare i furti altrui o per autodenunciarsi quando facevano disobbedienza civile. Mai per altre ragioni. Nel 2000 noi portammo il Paese a votare per la separazione delle carriere, per la responsabilità civile dei magistrati e gli incarichi extragiudiziali dei magistrati, cioè tre riforme strutturali della giustizia. Berlusconi disse: state a casa, non andate a votare, che poi alle riforme ci penso io. Sta di fatto che vinsero i sì, ma non si raggiunse il quorum e quelle riforme non si fecero. Questa è la grande responsabilità di Berlusconi. Sui magistrati non so quanto se ne rendano conto, ma la loro posizione, la loro idea di Csm, come una specie di secondo parlamento che contende a quest'ultimo le scelte sulla politiche della giustizia, rischia di essere tecnicamente sovversiva".
Cosa pensa il partito del referendum di una eventuale consultazione popolare sulla Regione Romagna?
"Sono sempre favorevole che su questo come su altri temi, ci si pronunci con il meccanismo referendario. Detto questo, non credo che sia un'urgenza né dei romagnoli, né degli emiliani di arrivare a questo. Sono sempre a favore dell'avvicinamento dei poteri alle istituzioni più vicine al cittadino. Ma se poi quella istituzione - che si chiami Comune, Provincia o Regione - è pur sempre fatta con 7,8,10 partiti in maggioranza, per cui chi sta al governo è solo un mediatore che anche per ordinare il caffè deve sperare che la sua coalizione sia d'accordo, beh, tutto il resto rischia di essere una presa in giro. Quindi il problema è quello, secondo noi, di imporre un meccanismo per cui i partiti fanno un passo indietro e si vota un po' sul modello americano, chi vince governa e chi perde va a casa. A me piacerebbe che si discutesse di questo piuttosto che di creazione di altri livelli istituzionali che poi se hanno le stesse caratteristiche degli altri funzionano poco".
Fra qualche mese si vota a Ravenna, oltre che per le europee, per le amministrative in 15 dei 18 comuni. I radicali con chi stanno?
"Se si tratta di riprodurre a livello di Ravenna o Reggio Calabria o Bolzano la rissa Polo - Ulivo che c'è a livello nazionale divenendo noi il sedicesimo vagone dell'Ulivo o l'ottavo del Polo..., beh il tema non è questo. Il problema è capire se rispetto all'invasione non solo ravennate ma italiana, di monsignor Tonini c'è qualcuno che ha voglia di fare una battaglia seria coraggiosa, qualcuno che ha voglia di imporre uno scontro sui temi della libertà di ricerca scientifica e di cura sulla laicità dello stato al di là degli schieramenti tradizionali?"
Lo sa che il cardinal Tonini il 20 marzo diventerà cittadino onorario di Ravenna?
"Non nutro nulla di personale nei suoi confronti, se non una punta di simpatia. Il problema è tutto politico. È possibile che in questo Paese in Italia su tutte le questioni di coscienza sia che si tratti di droga o di fecondazione assistita, debbano avere diritto di parola alla televisione pubblica soltanto delle tonache? Io non credo che questo sia un modo di procedere sano, neanche per i credenti che infatti stanno più con noi che con monsignor Tonini. Gli ultimi sondaggi sulla fecondazione assistita ci dicono oltre l'80 per cento delle persone sono a favore della clonazione terapeutica a scopo di ricerca scientifica".
È la prima volta che viene a Ravenna, pensa di costruire un rapporto di consuetudine con questa città?
"Lancio un appello e un invito: c'è qualcuno da destra o da sinistra che ha voglia di fare un confronto, per esempio, sulla laicità dello stato chiamando il cardinal Tonini a un dibattito pubblico a cui sono certo non si sottrarrà? Io sono pronto a stare qui non un pomeriggio ma un mese".

ro.em.

Data: 
Giovedì, 4 March, 2004
Autore: 
Fonte: 
CORRIERE ROMAGNA
Stampa e regime: 
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