di Dimitri Buffa
Le poste metteranno le mutande ai pannelliani come Daniele da Volterra le mise ai nudi di Michelangelo nella Cappella Sistina? La direzione della divisione corrispondenza delle Poste italiane ha così scritto a Marco Pannella: "Egregio Onorevole, in relazione al progetto di stampa sottoposto, le rispondo che non posso garantire il relativo inoltro e recapito, in quanto ai sensi dell'art.11 del Dpr 29/3/ 73 n.156, dovrei richiedere la relativa autorizzazione all'autorità giudiziaria; in tal caso non saremmo in condizione di rispettare i tempi contrattuali. Le rappresento inoltre un rischio ulteriore derivante dal fatto che la richiesta di cui sopra potrebbe comunque essere effettuata anche a livello territoriale".
L'articolo 11, relativo alle "comunicazioni postali e di telecomunicazioni vietate", prevede tra l'altro "che non siano ammesse le corrispondenze di cui al precedente comma, che siano contrarie al buon costume". Ma quale era la materia del contendere contenuta in questo depliant elettorale? Un pene e una vagina sulla locandina doubleface. "La nuda verità" che i radicali vorrebbero inviare a circa sedici milioni di famiglie italiane (tratta da "particolari ingranditi" di una foto naturista che ritraeva otto di loro tutti assieme sul palcoscenico del teatro Flaiano nel novembre del 1995) per le prossime europee, invadendo così le loro buche delle lettere, con il messaggio più esplicito che si conosca.