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Pannella: il popolo di sinistra ci vuole...

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ROMA«Aspetto anche stavolta un'ultima notte... Dal referendum sul divorzio alla raccolta di firme per quello sulla fecondazione, è la base dei partiti a far cambiare opinione ai gruppi dirigenti». Marco Pannella spera che sia il centrosinistra ad «ospitare» i radicali, ma non ha gradito ciò che chiama «l'atteggiamento ostracistico, per non dire ricattatorio» di Prodi e Fassino.
Pannella, la sua disponibilità ad accettare il programma del centrosinistra suonava piuttosto ironica. Non è così? Da che parte preferireste stare?
«Era sarcastica, infatti. Perché a "Primo Piano" mi sono sentito ripetere da Romano Prodi, con infastidita sufficienza, "se i radicali sono d'accordo col nostro programma, si può discutere...". Ma dopo mesi che poniamo il tema della legalità e otto giorni passati fuori dalla porta in mezzo alla strada, alla fine ci si dice: vi facciamo entrare solo quando chiudete con gli altri. E anche se questi sono interessati, dovete scegliere noi, il centrosinistra».
O basta che si raccolga il tema della legalità?
«Siamo alla politica dei "due forni" di cui parla Fassino? Stiamo invece dicendo che alle elezioni del 2000 si è verificata una gravissima situazione di illegalità e di brogli, per un insieme di leggi sbagliate e di malcostume politico. E su questo obiettivo deve convergere il massimo di forze politiche».
Cosa c'entra il principio di legalità con il presentarsi alle elezioni?
«C'entra, perché dal 2000 sulla legalità il centrosinistra non ha fatto nulla. Invece di rendere meno illegali queste elezioni quasi tutte le regioni hanno fatto interventi peggiorativi. Se ci fosse stato un input dal centro ciò non sarebbe accaduto. Mi sembra che il centrodestra abbia fatto meno danni».
Ma l'ospitalità che chiedete non è per avere una presenza nelle istituzioni?
«Innanzitutto per ristabilire i diritti-doveri dell'articolo 49 della Costituzione, ora riservati solo ai partiti che abitano nel recinto bipolare. Quindi, perché i cittadini abbiano il diritto di bocciare o votare anche i radicali, abbiamo trovato l'"espediente" dell'ospitalità».
Quindi presentare anche vostre liste?
«Sì, è questa l'ospitalità. Così si vota, pur senza condizioni, il Governatore di chi ti accoglie. Sembra che chi è ospitato non porti nulla, in realtà paga più di un albergo a cinque stelle...».
Per entrambi i poli esiste un problema di condivisione di contenuti, se non di un programma. Non trova?
«No e no. Abbiamo chiesto l'ospitalità anzitutto per vedere chi accetta che i radicali vengano votati entro quei recinti. L'abbiamo chiesto a pari titolo ai due poli nella "Casa dei privilegiati". Ci ospitate, e noi, gratis et amore Dei, vi votiamo il presidente di Regione. Certo chi è d'accordo sa che raccoglie di più, perché i nostri voti vanno contro lo sfidante».
Lega e Udc vi hanno sbattuto la porta...
«Be', almeno ci hanno detto: discutiamo. Ci sono state tre riunioni e Berlusconi ha pagato un costo politico enorme. Si è visto rivoltare contro due forze su quattro e mezza An, ma ha continuato ad andare avanti. Dall'altra parte invece...»
Sarebbe il centrosinistra?
«Sì, da una settimana si è detto: o smettete di cercare accordi dall'altra parte o non si fa niente. Non era nei patti della procedura che avevamo annunciato e che si disse accettata. Poi si è cominciato a perdere tempo e a porre condizioni, eppure abbiamo ricordato che oltre il 10 febbraio non si sarebbe potuti andare. Ma non si può pretendere che noi rinunciamo ad accordi con altri, senza farci conoscere prima se ci ospitano nei cessi, nelle stalle, se ci nascondono... Così perdiamo ogni forza contrattuale, rischiamo una presenza inutile, controproducente e umiliante».
Cosa la rende certo che siano stati riservati solo dei cessi?
«Non lo sappiamo, ma per trattare bisogna vedersi e parlare. Fassino, Chiti e Prodi, invece, ci hanno detto: saprete dove vi mettiamo solo dopo che avete chiuso con gli altri e scelto solo noi. Così non ci sto. Prodi ha parlato di programma? Benissimo, lo accettiamo anche se non c'è, ma quando ci vediamo? chiedo io. E Romano se ne esce con quel "basta con le battute". È una promessa da parte sua? A noi importa solo individuare gli obiettivi dell'accordo».
Che fa, gira le spalle o aspetta?
«I candidati come Bresso, Vendola, Del Turco avvertono che è sbagliato non considerare le osservazioni dei radicali. Bertinotti ripete che abbiamo ragione noi. Ho dedicato il 92% del mio tempo alla sinistra e non alla destra, grazie all'appello dei 150 parlamentari, a l'Unità, agli applausi dal congresso. Insomma, lo so dal 1973 che i dirigenti non vogliono, ma il popolo ci aiuta».
In comune ci sono i referendum.
«Già, ma ci sono tristi precedenti fin dalle battaglie sul divorzio o l'aborto. E Fassino, ed è grave, fino al 25 agosto ha fatto ostracismo alla raccolta delle firme per i referendum. Poi, grazie ai compagni, alla Cgil, a Turci, le firme sono arrivate l'ultima notte, sennò saltava tutto. E ora Piero vuole che facciamo una scelta».
Sarebbe logico, nel bipolarismo...
«Non è così. Emma Bonino è più arrabbiata di me, perché ci sembra che questo accordo non si voglia fare».
Cosa si aspetta adesso?
«Dubito che si riescano a fare le liste. Vediamo. Continuo a lottare dicendo: aprite le porte anche se è tardi. Come avvenne per le firme ho fiducia che il popolo della sinistra possa cambiare le scelte dei vertici. Esisterà anche questa volta un'ultima notte?».
Perché non vi presentate da soli?
«Perché vorrebbe dire accettare l'antidemocratica condanna di avere una posizione senza valore politico. La nostra è una battaglia per la difesa dei diritti costituzionali».

Data: 
Sabato, 12 February, 2005
Autore: 
Fonte: 
L´Unità
Stampa e regime: 
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