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Amnistia, Pannella va avanti

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IL CASO / Corsa al deposito in Senato, i progetti dell'Ulivo e di Cossiga-Andreotti-Colombo

Quinto giorno di sciopero della sete, presentate due nuove proposte di legge

ROMA - «Qualcosa si muove», dice a metà pomeriggio Marco Pannella che oggi comincia il suo quinto giorno di sciopero della fame e della sete a sostegno dell'amnistia. Sciopero che per il momento non interrompe anche se si sottoporrà a una serie di esami medici che potrebbero spingerlo a riprendere almeno a bere. Ma dopo la morte di Giovanni Paolo II - che di «atto di clemenza per i detenuti» aveva parlato sia durante il Giubileo sia durante la visita al Parlamento del 2002 - la questione carceri è di nuovo al centro dell'attenzione politica. Anzi, è quasi corsa ad occuparsi del problema. Le cose che si stanno muovendo, per dirla con Pannella, sono tre: la presentazione al Senato di una proposta di legge appoggiata da tutta l'Unione, tranne Antonio Di Pietro. Un altro testo firmato dai senatori a vita Francesco Cossiga, Giulio Andreotti ed Emilio Colombo. La ripresa dei lavori alla Camera sui progetti fermi da mesi.
La proposta dell'Unione - primi firmatari Alessandro Battisti per la Margherita e Guido Calvi dei Ds - riguarda i reati compiuti fino a tutto il 2004 e puniti con non più di 4 anni. «Davanti alle inadempienze del ministro Castelli e all'aggravarsi della situazione carceraria - dice per la Margherita Mario Cavallaro - temporeggiare sarebbe disumano». Di Pietro spiega i motivi della sua contrarietà: «Il cordoglio per la morte del Pontefice ci accomuna tutti, ma non può essere motivo per abbassare la guardia contro la criminalità». Non lo convince nemmeno la replica del diessino Guido Calvi: «Evidentemente non ha letto il testo, che non si applica a Tangentopoli».
La proposta dei tre senatori a vita riguarda invece i reati puniti fino a 5 anni di carcere. Ed è Luigi Compagna, altro firmatario del testo per l'Udc, a spiegare che era stato presentato un giorno prima rispetto a quello dell'Unione: «Per non ingenerare attese e disillusioni nelle carceri - dice - non avevamo fatto alcun annuncio alla stampa. Dopo l'iniziativa dei colleghi abbiamo dovuto darne notizia anche noi».
Gaetano Pecorella, presidente della commissione Giustizia della Camera, ha annunciato allo stesso Pannella la sua intenzione di riprendere i lavori: «In un senso o nell'altro - afferma - ci dobbiamo pronunciare. Ho proposto ai colleghi della commissione di definire un iter, loro mi hanno chiesto qualche giorno di tempo per le opportune consultazioni. La prossima settimana avremo una risposta». Anche perché fin quando è la Camera ad occuparsi di amnistia, per regolamento il Senato non può nemmeno partire. Qualcosa si muove, quindi, ma il verde Paolo Cento è preoccupato: «Attenzione a non riprodurre un dibattito inconcludente con l'unico risultato di illudere i detenuti».

L. Sal.

Data: 
Giovedì, 7 April, 2005
Autore: 
Fonte: 
Il Corriere della Sera
Stampa e regime: 
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