Il leader socialista raccoglie applausi al congresso di Riccione e difende Pannella, che si commuove: i pregiudizi su di te sono anche su di noi
Attacco a Chiesa e Rutelli: sei integralista. Lusetti: cadi nella trappola dei nuovi alleati
RICCIONE - Alla fine era anche un po’ confuso, Enrico Boselli. Acclamato come un divo, circondato e abbracciato, lui tutto elegantino in mezzo al popolo radicale un po' sciamannato. Con Pannella che se lo guardava commosso e, incredibilmente, si asciugava una lacrima.
I radicali hanno ottimi motivi di coccolarsi il leader dello Sdi. Mentre nel centrosinistra monta il senso di fastidio verso di loro, con Prodi che sopporta, Rutelli che li snobba, Mastella che non vuole neanche sentirli nominare, ebbene Boselli è venuto a sdoganarli. Al PalaTerme di Riccione, dove è in corso il congresso radicale, ha detto che non accetta veti verso Pannella e compagni. Ogni pregiudizio contro i radicali sarà considerato «un pregiudizio anche contro i socialisti». Vuole che l’Unione li accetti «senza remore» e gli «spalanchi le porte» delle commissioni che preparano il programma elettorale.
Il feeling coi convegnisti si è ancor più consolidato quando Boselli è partito all'attacco della Chiesa, che «vuole esercitare una sorta di sorveglianza speciale sull’Italia». Per eliminare questa invadenza il leader dello Sdi ripropone di nuovo la necessità di cancellare il Concordato. Prodi aveva già cercato di neutralizzare quest’autentica mina dicendo che il Concordato non è «un tema all'ordine del giorno e non lo sarà». Ma ieri, vista l’insistenza di Boselli, gli ha telefonato. Non è servito a molto. Il leader socialista rimane della sua opinione.
Eppure al congresso radicale, nel fare la classifica degli integralisti cattolici era stato attento a salvare Prodi. «Sappiamo distinguere le posizioni arretrate e oscurantiste del cardinale Ruini da quelle del professor Prodi». Aveva invece dipinto Rutelli come un politico «integralista» in perfetta sintonia con Ruini.
Anzi aveva attribuito alla Margherita di Rutelli il fallimento dell'Ulivo, che era «una creatura laica» e non «poteva sopravvivere alla scelta integralista» di un pezzo importante del centrosinistra. Rutelli tace. Non replica agli attacchi di un suo alleato. Dalla Margherita l’unica reazione proviene da Renzo Lusetti che liquida Boselli come un leader «caduto nella trappola dei radicali».
Salutato da una lunga ovazione finale, l’intervento di Boselli sancisce di fatto la saldatura fra Sdi e radicali. Al punto che il leader dello Sdi accetta, come aveva proposto il segretario radicale Capezzone, la rosa nel pugno come simbolo della nuova alleanza. E annuncia: «Così nascerà la Rosa, che sarà un nuovo fiore bello e forte della politica nazionale». Ne farà parte anche Bobo Craxi, animato da «una voglia matta di mettersi in marcia». Oggi arriva Gianni De Michelis, che si considera tuttora segretario del Nuovo Psi. Boselli spera di vedere anche lui «al nostro fianco».
Il verde Pecoraro Scanio trova utile l’ingresso dei radicali nel centrosinistra. Ma si guarda intorno un po’ perplesso, e spera che l’abbraccio coi socialisti «li renda un po’ più moderati». Lo dice mentre nel salone risuona il grido di «marijuana libera» e fuori raccolgono firme per dedicare una via di Milano alla pornostar Moana Pozzi, deceduta da tempo.
Marco Nese