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Prodi: il sì ai radicali? Boselli sarà il garante

Testo: 

Aperture da Ds e Dl. Un gruppo di integralisti cattolici: Romano va scomunicato
«Ma non si impuntino su Concordato e droga»

BOLOGNA - Nulla di ufficiale, ma l’investitura c’è e arriva direttamente da Romano Prodi. Sarà Enrico Boselli, leader dello Sdi e nuovo compagno di viaggio dei radicali, il «traghettatore» di Pannella e company nell’Unione. Sia chiaro: traghettare non significa necessariamente arrivare, e quindi lunga e tempestosa sarà la navigazione dei pannelliani verso le coste del centrosinistra. Però, intanto, un primo spiraglio il Professore l’ha aperto e non è esclusa a breve una presenza radicale a uno dei tavoli dell’Unione che stanno lavorando al programma. Non è poco, se si considera che solo pochi mesi fa, alle Regionali della primavera scorsa, fu lo stesso Professore a dire no all’ingresso delle «Liste Luca Coscioni» nel recinto del centrosinistra.

«GARANTE» - Ma ora è un’altra partita. Prodi si dice disponibile «a una discussione seria che porti a un programma condiviso da tutti, pur nel rispetto delle diversità». E ds e Margherita non sembrano voler porre ostacoli. Per Boselli, che nell’alleanza con i corsari di Pannella si è buttato anima e corpo, un punto importante. E tanti rischi. Oltre infatti che «traghettatore», il leader dello Sdi dovrà anche rispondere a Prodi del comportamento politico dei radicali: ne sarà una sorta di «garante» e, se le cose non andranno per il verso giusto, a lui chiederà conto il resto dell’Unione. Certo, Boselli può vantare con il Professore un solido rapporto, che nemmeno le divergenze di questi giorni sul superamento del Concordato hanno incrinato. Ma sa anche che Prodi mai e poi mai metterebbe a repentaglio i già precari equilibri della coalizione sull’altare della Rosa in pugno.

TRAPPOLE - Sarà una partita da giocare sui contenuti programmatici. E, visto che su molti temi le differenze sono notevoli, pure sulla duttilità dei protagonisti. I prodiani mettono le mani avanti: «Pronti a discutere, ma se cominciano a imputarsi su questioni come l’abolizione del Concordato o la liberalizzazione delle droghe, andremo poco lontano...». Molto dipenderà, fanno capire nell’entourage del Professore, dalla reale volontà dei radicali a sposare la causa del centrosinistra: «Tatticismi o giochini non sono ammessi». In questo senso, le assicurazioni fornite ieri da Pannella sulla lealtà a un eventuale governo Prodi e, soprattutto, la netta presa di distanza da Berlusconi vengono viste come un buon viatico.
Di sicuro, la presenza dei radicali complicherà la scacchiera dell’Unione in politica estera. Un fronte l’ha già aperto Emma Bonino, scagliandosi contro l’ipotesi di un ritiro dall’Iraq («Consegneremmo il Paese ai tagliatori di teste» ha tuonato).

SCOMUNICA - La risposta del leader dell’Unione, fanno notare i suoi, è contenuta in decine di discorsi: «In caso di vittoria elettorale, disporremo un immediato calendario di ritiro e, in parallelo, una missione di ricostruzione». Ieri intanto il Professore ha scoperto di essere in odore di scomunica. Scomunica vera, non per modo di dire. L’ha chiesta, con formale denuncia al Papa, l’associazione veronese «Famiglia e Civiltà», cattolici integralisti. La colpa di Prodi è quella di voler dare riconoscimento giuridico alle coppie di fatto, violando così «la morale della Chiesa».
Quasi una medaglia, agli occhi dei radicali.

Francesco Alberti

Data: 
Mercoledì, 2 November, 2005
Autore: 
Fonte: 
Il Corriere della Sera
Stampa e regime: 
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