Il candidato del Centrosinistra presenta il programma elettorale di «Intesa democratica» per la seconda volta consecutiva a Udine: «Conta parlare dove ascoltano in molti»
«Abbiamo potenzialità superiori rispetto a quel modello». Martini gli regala una cravatta «friulana»
«Udine è baricentrica. Ma non è solo una questione di posizione, conta ovviamente parlare dove ascoltano in molti».
Riccardo Illy spiega così il suo secondo blitz consecutivo a Udine: prime tappe del tentativo di «conquista» del Friuli. Dopo quello della presentazione del candidato e del programma «bignami», c'è il sabato delle sette pagine dattiloscritte, in cui le linee guida per la riforma e il rilancio del Friuli Venezia Giulia restano cinque, non costituiscono ancora il programma definitivo, ma intanto si gonfiano nel titolo («Una sfida da vincere») e nei contenuti, pronte per essere presentate a sindaci, associazioni di categoria e del volontariato, sindacati.
La prima spiegazione di Illy è per una novità («Abbiamo deciso di cambiare il nome da "Schieramento democratico" a "Intesa democratica": ci pare che renda meglio l'idea dell'apertura ad altre forze»); la seconda è per un'«assenza»: «In questo documento - spiega il candidato del Centrosinistra - c'è solo un accenno alla questione dello Statuto, perché proporla adesso non è altro che un'attività elettoralistica, senza alcuna possibilità di produrre alcunché: lasciamola al Centrodestra e al suo poco serio libro dei sogni». Quando sarà davvero giunto il momento della sua riscrittura, lo Statuto dovrà comunque prevedere una Regione «con nuovi poteri, per esempio nella politica estera minore e nella scuola, ma anche con la capacità di utilizzare quelli vecchi, consentiti dalla specialità».
Illy ritorna quindi sul modello Alto Adige: «L'obiettivo è quello di superarlo - dice -: la nostra regione, grazie alla varietà del suo territorio e delle sue componenti culturali e linguistiche, ha potenzialità enormi, superiori anche all'Alto Adige. Si tratta solo di metterla in condizione di esprimerle». Il resto è un altro «promemoria» sulle cose da fare: «Dobbiamo arrivare a una Regione federale aperta all'Europa partendo dal basso - aggiunge -: valorizzeremo il ruolo di Comuni e Province (alle quali dovranno essere assegnate le strade ex Anas), favoriremo la loro aggregazione evitando sovrapposizioni, riconosceremo la ricchezza del "policentrismo", e poi, concretamente, trasferiremo le risorse finanziarie necessarie alla devoluzione: metà verranno assegnate in base al gettito fiscale sul territorio, un buon modo per contribuire alla lotta contro l'evasione, l'altra metà sulla base di parametri oggettivi».
L'ex sindaco di Trieste ricorda poi i programmi sociali di sostegno all'occupazione femminile, le necessità del miglioramento delle infrastrutture, del pressing sullo Stato per la realizzazione di un Centro di accoglienza per gli immigrati, dell'informatizzazione di tutti i servizi («Siamo gravemente in ritardo»), degli incentivi per ricerca e innovazione tecnologica: «Non sempre può bastare l'ingegno italiano». Infine, l'ambiente, con una Regione «che deve uscire alla spirale dell'emergenza».
La partenza è questa, ora Illy inizierà una lunga campagna di ascolto delle diverse realtà regionali. Per lui, ieri, due regali dal presidente del Consiglio regionale Antonio Martini: una cravatta prodotta dall'ex calciatore De Agostini (friulano doc, guarda caso) e un emendamento che Martini presenterà, assieme al collega della Valle d'Aosta Roberto Louvin, domani a Bruxelles per «ricreare anche a livello europeo la specialità regionale».
Marco Ballico