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E alla Rai rispuntano i cronisti Dc

Testo: 

Sarà un caso, ma Anna La Rosa, strizzata nell'ennesimo tailleur scuro fresco di sartoria, ha aggiunto come nota di giornata una sottile, preziosa cintura color rosso Napolitano. E alla fine è questa la nota più intonata del mezzogiorno di ordinaria follia televisiva dell'elezione del nuovo presidente. Nell'arco di qualche decina di minuti abbiamo potuto assistere a un caravanserraglio tele-istituzionale impareggiabile. Il TgUno delle 13,30 è in gran parte affidato al redivivo mezzobusto di gran tradizione sinistro-democristiana Marco Frittella, uno che può scrivere sul sito di Enrico Franceschini: «La notte che tifavamo Zaccagnini...». È ricomparso in onda insieme col rientro in scena di Prodi, tra Regionali e primarie, dopo 4 anni di emarginazione berlusconiana, e viene spolverato anche per l'elezione del presidente. In pieno riequilibrio della sua dieta politica, il TgUno rivoluziona oltre Frittella anche il «panino»: un polo, l'altro polo e il governo a chiudere, è lo schema, e da oggi, in leggero anticipo col calendario formale, chiudono le dichiarazioni dei maggiorenti ulivisti.

Altra musica, ovviamente, al Tg5: all'edizione delle 13 fa appena in tempo a partire il servizio registrato con la biografia di Napolitano, e proprio mentre il vecchio Cossutta racconta: «Ci conosciamo ormai da cinquant'anni e posso dire che...», il nastro viene inusitatamente bloccato. È arrivato il presidente, quello vero, Berlusconi: entra nella postazione del suo tg a Montecitorio, e anche un'aristocratica signora molto ammirata come Bambi Parodi Delfino, inviata del Tg5 nell'aula, deve trasformarsi in reggimicrofono. Berlusconi legge asciutto la sua dichiarazione e prima di girare i tacchi, da bravo Cavaliere di nome e di fatto, si ricorda almeno di salutare, porgendo la mano, la sua graziosa giornalista-asta.

Ma è la diretta parlamentare su Raiuno che, come da giorni segnalano infuriati i telespettatori via Internet, offre sempre il miglior spettacolo: luci tutte da equilibrare, inquadrature con passanti e cameraman che s'impallano, audio con sottofondo di comunicazioni di servizio (sono in onda? Sei in onda, dammi la linea, gira di qua, di là c'è tizio, va il servizio, no bloccalo, e così via). Tutto sbagliato, tutto da rifare, forse persino le vistose messe in piega che la conduttrice tormenta con il ditino nei momenti di nervosismo. Al gran defilèe d'inizio legislatura Anna La Rosa ha qualche problema pure con gli ospiti, che in genere sono il suo forte. «Ranieri, lei che è così legato al nuovo presidente, ci dica: andrà a vivere al Quirinale?». Risposta piccata: «Non parliamo certo di queste cose». Esemplare il lapsus freudiano sul Carroccio: «Siamo qui con Roberto Calderoli della Lega», dice Annuzza la falsa grassa, come la chiama il sito Dagospia. E un seccato Guardasigilli replica acido: «Castelli, Castelli, non Calderoli».

Tutto in diretta, persino la vana e finale attesa di una dichiarazione di Prodi. La conduttrice s'aggira poco convinta intorno al capannello di cronisti che circonda il futuro premier e prova a farsi largo, pressoché ignorata da tutti. «Mi dicono che abbiamo ancora 15 secondi, e quindi non c'è più tempo...», sono le ultime parole. Del resto, La Rosa non può sperare di far rima anche con Mortadella, come appunto un Frittella, o come il quirinalista del TgUno Paolo Giuntella, anche lui, non a caso, ex sinistra dc, in predicato per la Direzione dei servizi parlamentari dell'imminente Rai ulivista.

Data: 
Giovedì, 11 May, 2006
Autore: 
Paolo Martini
Fonte: 
LA STAMPA
Stampa e regime: 
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