ROMA - «La legge sulla fecondazione? No, un’apertura su questo punto non la porteranno mai a casa. La sacralità della vita è un valore non negoziabile. Ci dobbiamo preoccupare che la coalizione regga per 5 anni. Senza un accordo non si tocca. Non avrebbe la maggioranza, non bisogna esporsi», esclude ogni compromesso Paola Binetti, senatore della Margherita, leader del Comitato Scienza & Vita. È la sua risposta all’apertura di Fassino per la ricerca sulle staminali embrionali. La neuropsichiatra non indietreggia né sull’eterolog a (ora è vietata ogni tecnica con l’impiego di ovociti o sperma donati) né sulla diagnosi preimpianto sull’embr ione: «Una piattaforma comune si può trovare solo discutendo un progetto di investimenti per la ricerca su cellule staminali di cordone ombelicale e staminali fetali, quelle cioè tratte da aborti per le quali esiste già parere positivo del Comitato nazionale di bioetica».
La Binetti dice di avere il sospetto che un possibile obiettivo, anziché potenziare la ricerca, «sia quello di mettere in crisi il pensiero cattolico. Mi stupisco che su 100 parlamentari ds non uno abbia criticato l’iniziativa del ministro Mussi a Bruxelles. La loro è una coesione politicizzata, un monolite. Mi auguro che al loro interno nasca un dibattito, non si può pretendere che il dialogo si costruisca solo se noi rinunciamo alle nostre posizioni». Accordo pieno col segretario, invece, per quanto riguarda la creazione di un tavolo dell’Unione dove discutere i temi di bioetica .
La senatrice ritiene però possibile e auspicabile la nascita del partito democratico anche se «avrà una lunga gestazione. Andrà costruito, non si può imporre dall’alto. Soprattutto non si può fare reprimendo l’anima cattolica. Se si vuole che il partito democratico sia espressione di una cultura ulivista nuova è necessario che il pensiero cattolico non venga confinato. Faccio notare che nelle ultime esternazioni i ministri di Prodi ci hanno messi in difficoltà». La Binetti ha firmato per prima la lettera dove 60 parlamentari dl chiedono a Rutelli di spingere verso politiche forti a favore della famiglia: «Non ci ha risposto, ma a me ha detto di averla apprezzata molto».