Ha coinvolto anche l'istituto di pena pordenonese la protesta tesa a velocizzare l'iter dell'indulto
Dalla mezzanotte di ieri è cominciato, anche nel carcere di Pordenone, lo sciopero della fame, in atto complessivamente in cinquanta istituti di pena italiani. In riva al Noncello sono reclusi oggi un'ottantina di detenuti, responsabili di reati che prevedano condanne non superiori ai cinque anni di reclusione. La decisione di aderire all'iniziativa di protesta è stata presa a maggioranza nei giorni scorsi per sostenere la richiesta di indulto generalizzato in concomitanza con l'inizio della discussione, in sede di commissione alla Camera, proprio su questa materia.
Anche Stefano Santarossa, segretario dei Radicali Friulani, ha ripreso lo sciopero della fame per chiedere la data certa del voto finale sui provvedimenti in materia di indulto, sospensione della pena, liberazione anticipata e condizionale.
L'iniziativa dell'esponente radicale di Pordenone riprende la lotta già intrapresa prima di Natale da parte della direzione di Radicali Italiani e del segretario nazionale Daniele Capezzone, insieme a centinaia di militanti radicali per chiedere la fissazione di un binario parlamentare urgente e certo per la discussione e la votazione delle proposte di legge in materia di indulto, sospensione della pena, liberazione anticipata e condizionale.
«Siamo riusciti a far emergere dalla palude del dibattito politico nazionale e a mettere all'ordine del giorno dei lavori parlamentari la discussione di tali misure - ha dichiarato Stefano Santarossa -. Ora, avvicinandosi tale data, a partire dalla mezzanotte di ieri, 13 gennaio, riprenderemo il nostro sciopero.
Lo scatenarsi in questi giorni di dichiarazioni e attività da parte dei favorevoli e contrari all'indulto, dai verdi colomba ai leghisti, dai comunisti ai postdemocristiani, che giocano al ribasso o al rialzo, chi chiedendo un'amnistia generalizzata chi invece limitando le misure previste dall'indultino, rischia di affossare i risultati già ottenuti fino ad ora. Con la nostra azione - ha proseguito Santarossa - pensiamo di aiutare le Camere a chiudere una discussione già così lunga con la moralità di un voto, di una scelta. Questo secondo atto di satyagraha, parte con l'adesione anche nella nostra Regione di centinaia di detenuti delle carceri di Pordenone, Udine, Tolmezzo e Gorizia che fino al 20 gennaio rifiuteranno il vitto».
Venerdì prossimo, Stefano Santarossa effettuerà un incontro con i detenuti all'interno della Casa circondariale di Pordenone insieme al consigliere regionale Nevio Alzetta, per ringraziarli dell'adesione all'iniziativa radicale e per controllare lo stato del carcere.