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Pensioni, Pannella: non sarà una cosa lampo

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Il leader storico dei radicali: Emma ha lanciato un sasso, ora aspettiamo...
Il premier insiste: «La mia proposta terrà conto dell'equilibrio di lungo periodo del bilancio». Giovedì l'incontro coi sindacati

ROMA - Lo strappo dei radicali sulle pensioni è tutt’altro che rientrato. Dopo la remissione del mandato di Emma Bonino nelle mani del premier Romano Prodi, è il leader storico dei radicali, Marco Pannella, a chiarire che le rassicurazioni del presidente del Consiglio sulla soluzione del nodo pensioni non bastano per archiviare il dissidio nella maggioranza. «Emma ha lanciato un sasso nello stagno, ora vediamo le onde...», ha detto Pannella. «Siamo in attesa di una risposta del presidente del Consiglio – ha spiegato – noi non abbiamo nessuna intenzione di fare le cose lampo, abbiamo posto il problema. Siccome Emma Bonino fa parte di un organismo responsabile, quando Prodi porterà in Consiglio dei ministri la sua proposta sulle pensioni ci riuniremo per decidere cosa fare». Anche Pannella ha insistito, come ha fatto martedì il ministro per gli Affari comunitari, nel ritenere che «abolire lo scalone costa troppo anche in termini umani», ed è anche «una visione aberrante, stupida» quella di sostenere che bisogna «andare in pensione a 55 anni».

EQUILIBRIO DI LUNGO PERIODO- Da Bratislava, intanto, Romano Prodi ribadisce che la sua proposta per superare lo scoglio dello scalone introdotto con la riforma Maroni – che dovrebbe essere discussa giovedì con i sindacati per approdare venerdì in Consiglio dei ministri - «in ogni caso terrà conto dell'equilibrio di lungo periodo del bilancio italiano». Il premier, in Slovacchia per un incontro con il primo ministro Robert Fico, ha sottolineato che dopo «l’intervallo» slovacco arriverà il «round finale» per la trattativa sulle pensioni.

REAZIONI – Malgrado l’ottimismo di Prodi, il clima politico resta rovente. L'opposizione parla con insistenza di “fine dell'esecutivo”, mentre le tensioni tra ala radicale e ala riformista della maggioranza non accennano a placarsi. Il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero (di Rifondazione) ha parlato di “atteggiamento antisindacale sia di Bruxelles sia di Emma Bonino”, mentre il segretario del Prc, Franco Giordano, ha inviato un messaggio all’ex commissaria europea: «Vorrei dire a Emma che la differenza tra un governo di centrodestra e uno di centrosinistra è che su un tema delicatissimo come quello della previdenza noi cerchiamo un consenso con i sindacati». Sul caso è intervenuto anche il ministro Bersani, critico anche lui nei confronti dei radicali: «Parlare di controriforma prima di vedere il bambino è esagerato».

Data: 
Mercoledì, 18 July, 2007
Autore: 
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Fonte: 
WWW.CORRIERE.IT
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Commenti

Parliamoci chiaro, se resta lo scalone versione Maroni la Bonino resta nel governo, in caso contrario, andarsene dall'esecutivo, e non solo da quello, sarebbe cosa buona e giusta, Pannella permettendo.
Certo e che leggendo le reazioni degli altri partiti della maggioranza di governo, esclusa IDV, l'impressione che si trae è quella di una solitudine politica da cui Emma e i Radicali possono risolvere in un solo modo, e cioè fare le valigie e salutare governo e maggioranza lasciandole al loro prossimo, infausto per loro e gioioso per la maggioranza degli italiani, destino.
Daniele

C'e' da dire che in questa tematica e' da dentro che i radicali possono in qualche modo influire (poco o niente, ma sempre meglio di nulla) sul procedimento decisionale... specialmente, e lo sottolineo, in un ambito in cui la politicizzazione della massa e' inspiegabilmente abbastanza bassa, per cui fare opinione sufficiente a incidere e' molto difficile.
Questa e' la mia opinione e a ben vedere, viene confermata anche dalla permanenza di Daniele Capezzone in Radicali Italiani e alla carica di Presidente della commissione att produttive. Sbattere la porta e' un buon modo per sfogarsi, fa rumore, ma solo quello.

Francesco

I Radicali, è ormai cosa ampiamente provata, dentro il governo Prodi non contano meno di un emerita cippa e quindi, a questo punto, il restarne dentro nonostante la schifezza partorita dal ministro Damiano implica automaticamente l'accettazione di una politica pensionistica che oltre a Daniele, anche Emma e Pannella, condannano apertamente e quindi a quel punto un minimo di coerenza politica da parte di Marco ed Emma ci dovrebbe, dico dovrebbe, essere, o no?
Poi, riguardo Daniele, io dico che la sua permanenza sia dentro i Radicali che dentro la Commissione Attività produttive della Camera, è puramente di ordine tattico e non più politico, della serie " Daniele sta semplicemente aspettando l'evoluzione delle cose, ora ancora piuttosto confuse, per poi potere, anche riguardo a determinate cose, passare all'azione con le idee chiare sul da farsi" e nel passare all'ultimo punto che hai citato, io dico che è tale la nostra insignificanza politica che restare o meno nel governo credo produrrebbe un solo risultato, il silenzio, altro che rumore, e niente di più e quindi, dico io, almeno salvare la dignità evitando di sputtanare con determinate scellerate scelte politche tanti anni di onorata storia politica, parere mio.
PS. Ho visto che tra gli aderenti del network ci sei anche tu allora perchè ogni tanto, nel forum di Daniele, non ti fai sentire dicendo la tua? Sarebbe senz'altro un contributo utile al dibattito che sta nascendo anche la, timido? :-)
Daniele