Consumato lo strappo con De Mita, il Pd ha incassato l’accordo con i radicali dopo sette ore di riunione notturna della direzione del partito di Emma Bonino e Marco Pannella. Ma ora il focus si sposta sui temi programmatici e a sinistra si apre lo scontro sulle parole di Pietro Ichino, economista tentato dalla candidatura Pd che si dice pronto a mettere in discussione l’articolo 18.
L'accordo
I radicali hanno accettato, anzi «subìto» l’accordo con il Pd e considerano la proposta del Pd (nove eletti, Bonino ministro, 10% dei finanziamenti elettorali e posizioni apicali nelle istituzioni e nel gruppo parlamentare) una «base di partenza proposta dal Partito Democratico, che sarà ora necessario trasformare in un vero e proprio accordo politico-elettorale con il segretario Veltroni». «Alle volte bisogna avere l'umiltà di subire delle condizioni oggettive, noi le subiamo - ha detto Marco Pannella in merito all'inserimento di candidati nelle liste del Partito democratico e alla rinuncia al proprio simbolo -. Quella con il Pd - ha aggiunto - sarà una convivenza faticosa, laboriosa, difficile, ma importante».
De Mita e il sogno Dc
Intanto Ciriaco De Mita, che ieri ha sbattuto la porta del Pd e se ne è andato, spara a palle incatenate contro il partito ma sul futuro non scioglie la riserva: «Oggi esiste uno spazio dove la competizione si può fare e si può immaginare un’ipotesi di risposta. Se la risposta si concretizzerà in un mio sbocco personale nella Rosa Bianca però non lo so». «Il mio problema - ha aggiunto de Mita - non è candidarmi, ma quello di trovare uno spazio, un luogo, delle persone con cui discutere ed elaborare risposte" anche perchè "la politica è condivisione. La cosa che mi interessa è dare vita a una nuova Democrazia Cristiana».
Programma, la proposta di Ichino scuote il Pd
Infine sul programma del Pd si sta aprendo un dibattito. Sia sui temi etici, tra laici e cattolici, che sui temi legati al lavoro. Dopo le parole di Ichino, che si è mostrato disponibile a rivedere la legislazione delle assunzioni e anche dei licenziamenti, da sinistra piovono critiche. «Il voto a La Sinistra-L’Arcobaleno è un voto utile per difendere l’art. 18», afferma Titti Di Salvo, Capogruppo di Sinistra Democratica alla Camera. Più tranchant Marco Rizzo, del Pdci: «È incredibile che certe dichiarazioni arrivino da uno che si dichiara di sinistra. Una volta avrebbero detto: è ’servo del padronè».