Democratici: nessun tavolo
«Lista del Pd senza i Radicali? «Nessuna proposta da parte loro ci era arrivata prima della chiusura delle liste», avevano tagliato corto i Democratici, mercoledì pomeriggio, presentando la squadra che corre per le elezioni regionali. «Ma come? Se c'era stato - sbotta Stefano Santarossa della direzione dei Radicali friulani - anche un inizio di trattativa con il vertice regionale del Partito democratico. Non è affatto vero che non ci siamo fatti avanti. Ci sono state diverse telefonate e diversi incontri anche se poi non hanno portato all'accordo. È necessario però che si dica la verità». È bufera sulle liste del Pd appena chiuse. In nessuna delle cinque circoscrizioni regionali è presente un componente del partito di Emma Bonino e Marco Pannella.
«Non appena si era concluso l'accordo nazionale tra il Pd e noi Radicali - Santarossa ricostruisce così il percorso della mancata intesa - ci siamo mossi anche in Regione. C'è stato subito un contatto con il segretario regionale del Pd Bruno Svech. La nostra proposta era chiara: un nostro esponente in ciascuna lista nelle cinque circoscrizioni. Dopodiché, a livello provinciale, ci sono stati dei colloqui con il consigliere Nevio Alzetta. Poi il silenzio: abbiamo avuto la sensazione che si prendesse tempo per non dare una risposta alla nostra proposta. Prendiamo atto che l'accordo non c'è stato. Evidentemente - accusa l'esponente dei Radicali - il Pd non è pronto per confrontarsi con una cultura laica. Da parte nostra non è certo un problema di poltrone, come la nostra storia dimostra a differenza di altre storie. Pensavamo che la presenza dei Radicali nel Pd anche in Friuli Venezia Giulia potesse essere un elemento di chiarezza per gli elettori. Oltre che un contributo su molti temi del programma. Qui non si è voluto? Ne prendiamo atto e agiremo di conseguenza». E non manca la sferzata: «Si è voluto candidare Moretton come capolista dopo che era stato sonoramente bocciato alle primare per la segreteria del Pd».
«È verissimo - è la replica del democratico Nevio Alzetta - che ho avuto due colloqui telefonici con Santarossa. La prima volta mi sono limitato a rispondere che la sede per discutere della cosa era il livello regionale. Perciò ho invitato l'esponente radicale a chiamare il segretario regionale Svech. La seconda telefonata mi è giunta quando ormai le liste erano state chiuse. Preciso però che di accordi nessuno ci ha mai informato e che io non ha fatto parte di nessun tavolo di confronto. Tutto qua, mi pare inutile ogni polemica. Dico solo che se c'era un'ipotesi, o un'aspettativa, di candidatura da parte di Santarossa si potevano muovere i passi per tempo e al momento opportuno». L'esclusione ora, però, rischia di lasciare qualche strascico. A questo punto, chi appoggeranno i Radicali alle prossime Regionali? «Ci esprimeremo - fa sapere Santarossa - al momento opportuno. Personalmente posso dire che, dopo quello che è accaduto, non appoggerò il Pd soprattutto per una questione di metodo che non ci è sembrato corretto». Secca la risposta del segretario provinciale Francesca Papais: «Ribadisco, come me nessuno ha parlato».
Commenti
ALZETTA PRECISA
qualcosa dunque c'era stato...
Re
Ora lo so, ma ne prendo atto.
Non e' una questione ideologica, stefano lo sai bene, non conta niente l'apporto o meno di idee radicali. Qui si parla di posizioni e di rendite.
Non dubito che ai margheritini e clerico popolari stiamo simpatici come l'olio di ricino, ma il nodo gordiano - che sta aldila' anche delle dispute di idee - e' altro e sempre quello: la "malattia" di tutti i partiti...
E' talmente diffusa che stento a chiamarla malattia. Gia' alla fine dell'Ottocento, praticamente sin dalla loro nascita, studiosi evidenziavano la medesima problematica.
Questo pero' non e' un buon motivo per non indignarsi. Ad ogni modo mette in evidenza la nostra _rilevanza_ in Regione: pari a zero. L'unica possibilita' su cui avremmo potuto fare affidamento era una direttiva da Roma. Ma torre argentina ha stretto un patto, come ho gia' detto in un precedente post, con l'acqua alla gola.
Quando Daniele Z. ha detto che era una accordo di merda sono stato il primo a criticarlo: data la situazione era un buon accordo. Ma non ho tuttavia mancato di fargli notare che aveva ragione su un punto: era una accordo per la sopravvivenza e non per la prosperita'.
Francesco
Accordi
1) Io ho sempre ritenuto, e ritengo tutt'ora, che in Italia ci sia lo spazio per un Partito Liberale serio e organizzato e ho sempre pensato che uno dei motori portanti di un progetto simile siano i RI a patto però che di questa cosa non vogliano risultare egemoni, Pannella docet.
Altri soggetti che, a quanto ne so, erano e sono interessati ad un progetto del genere? PRI, PLI, Riformatori liberali, prima dell'avvento del PDL, PNE di Panto, Libertari e altri soggetti minori, insomma del materiale su cui lavorare ci sarebbe anche peccato solo che ogni tanto salti pure fuori l'anima socialista di Pannella e allora iniziano i problemi però, ribadisco, l'idea di formare un Partito Liberale come quello tedesco che in Germania ha circa un 5-6% stabile c'è ed è viva solo che capisco perfettamente che un uomo di quasi 80 anni come Pannella non abbia più tanto voglia di lottare per determinati valori, ripeto lo capisco ma di certo non lo giustifico.
2) Io accordi per qualsiasi forma di sopravvivenza non sono più disposto ad accettarli ne ora ne mai anche perchè per me la politica e le idee sono altre e il progetto che da tempo sto portando avanti è l'esatto opposto di quello che propone Veltroni che, detto tra noi, non assomiglia manco di striscio al Partito Democratico all'americana assomigliando fortemente, piuttosto, ad un partito all'amatriciana. Insomma, in poche parole, no alla politica di piccolo cabotaggio dell'attuale direzione dei RI e sì invece a quella delle grandi idee e dei grandi progetti ma, questo, lo so già, avverrà solo a Pannella morto, inutile nasconderselo come già sto leggendo da molte parti.
Daniele