Pensare e' l'unico mezzo per decidere bene. Ma non basta solo pensare, occorre farlo in maniera critica e sensibile, indipendentemente dall'eta': questo e' il pensare giovane.
PENSARE GIOVANE,
E’ la base del mio impegno, fondamentale premessa sganciata da ragionamenti anagrafici. Pensare giovane non e’ appannaggio di classi d’eta’, e’ un
PENSARE CRITICO
con se’ stessi e con le proprie idee prima di tutto, che richiama l’acume e la ponderatezza di una mente giovane che rifugge da barriere mentali e ideologiche. E’ un
PENSARE SENSIBILE
alle istanze e alle esperienze di ognuno, perche’ la loro espressione istituzionale e’ il frutto di una ricettivita’ tipica del saper ascoltare e cogliere l’essenza dei problemi.
VIA LE BARRIERE, quale l’endemica subalternita’ imposta ai giovani da una discriminazione culturale che porta alla negazione dell’idoneita’ a produrre qualcosa di buono, anche a chi qualcosa vuole fare. Sovente il deficit d’esperienza legittima l’autoreferenzialita’ della classe dirigente, mediante la quale si adita ad un presunto primato della stessa.
Io mi chiedo se l’esperienza e’ sempre buona per definizione, mi chiedo se l’esperienza conta piu’ di un pensare attento e critico. A questa domanda l’amministrazione comunale offre una risposta sicura: la competenza di un personale che affronta ogni giorno problematiche reali, in un supporto continuo fornito al decisore pubblico. Essere coadiuvati da quest'apparato e’ necessario per buona parte della classe dirigente, per la quale, essi risultano coloro che garantiscono progettazione ed esecuzione delle linee elaborate.
Ascoltare, pensare e decidere...
Francesco Saraceno