Un tour virtuale nelle liste dei candidati che andranno a formare la prossima squadra di onorevoli, o il prossimo bollettino di trombati. Tra nuove conoscenze, fedine (ri)pulite, nomi altisonanti e piccoli potentati locali, sono quasi tutti pronti al fotofinish per la corsa a Montecitorio. La quinta puntata: Trentino Alto Adige e Friuli Venezia-Giulia
In Trentino Alto Adige le stelle alpine svettano trionfanti e diramano i petali al vento in attesa del 13 aprile. Non stiamo parlando, ovviamente, di quelle varietà che si osservano spuntare sui monti in questo principio di primavera ("guardare ma non toccare"), ma di quelle che sorgono a migliaia su volantini, manifesti e schede elettorali ("guardare e barrare"). Tra le valli e i ruscelli trilinguisti, infatti, il Sudtiroler VolksPartei attende con ansia di poter mettere alla prova da solo alla Camera, e insieme all'alleato democratico al Senato, la sua oliata macchina da consensi.
STELLA A QUATTRO PUNTE - A Montecitorio, dove alle scorse elezioni il partito dell'obmann Pichler Rolle con oltre 180.000 voti piazzò da solo quattro seggi e ne lasciò tre all'Ulivo e uno a Rifondazione (facendo mangiare la polvere agli avversari, che dovettero accontentarsi di tre seggi totali), gli autonomisti presentano una squadra dalle comprovate capacità elettorali: gli uscenti Siegfried Brugger e Karl Zeller, noti e distinti avvocati, quattro legislature ciascuno, seguiti da una coppia di new entry tutte al femminile: Magdalena Amhof e Paola Bioc Gasser. Trattasi, la prima, di una frizzante e giovane politologa ed assessore di Bressanone, esponente degli Arbetinehemer (l'ala sinistra del partito), e, la seconda, di una sessantatreenne imprenditrice ladina, vice presidente del partito nell'area delle cinque valli.
Il Partito Democratico dal canto suo spera, vista la separazione con i bruder della stella alpina, in una rimonta. La reconquista di Montecitorio è partita con lo sbarco di Walter Veltroni a Trento il 12 marzo scorso, e terminerà con l'elezione del capolista Gianclaudio Bressa, deputato uscente ed uscente vicecapogruppo dell'Ulivo alla Camera (nonostante la sua non sia una "candidatura nazionale", ma, stando alle sue dichiarazioni, "una candidatura che fa capo all'Alto Adige"), insieme alla già deputata Laura Froner. E' poi la volta dei vice: la vicepresidente della Regione e della Provincia Autonoma di Bolzano Luisa Gnecchi, ed il vicesindaco di Trento dal cognome evocante Alessandro Andreatta.
ROSA ARCOBALENO - Nella formazione politica rosso arcobaleno a fare un grosso Boato è l'esclusione dell'omonimo Marco, il deputato verde trentino, il cui tentativo di autocandidarsi per trascorrere a Montecitorio la settima legislatura è stato disinnescato e non senza difficoltà. Al suo posto è stata indicata Klaudia Resch, 38enne meranese di madrelingua tedesca, laureata ad Innsbruck, consigliere comunale dei Verdi dal 2000, vicepresidente della Lega delle cooperative in Alto Adige. Seguita da un tris tutto rosa: Elisa Bellé, Antonella Piazzon, Elena Berti.
LEGA GERMANICA - Il Pdl, che nella divisione tra Svp e Pd alla Camera sguazza in cerca di un seggio in più, decide di puntare tutto sull'immagine. E si ripresenta a tutta birra con la campionessa (di sci) Manuela Di Centa ed il campione (di preferenze) Giorgio Holzmann, deputato uscente di An e recordman di voti alle provinciali del '98 e del 2003.
Per motivi di spazio non ci soffermeremo sulla situazione delle liste di Palazzo Madama, dove il sistema è diverso dal resto del Paese. Il Trentino Alto Adige, infatti, contribuisce con sei senatori eletti in sei collegi uninominali. In questi collegi (Bressanone, Merano, Bolzano, Rovereto, Valsugana, Trento) il Svp può vantare almeno la metà sicura dei seggi per la coalizione con il Pd, e, se riesce ad eguagliare il risultato dello scorso appuntamento elettorale, altri due seggi presentandosi da solo.
Merita qualche riga, invece, la Lega Nord. Che per la campagna elettorale in Alto Adige ha puntato tutto su una foto di un comizio di Umberto Bossi, con accanto una cubitale scritta "Je weiter weg von Rom desto Naher bei dir". Nientemeno. Che il leader del Carroccio abbia abbandonato le rivendicazioni padane e le radici dialettali celtico-italiche per approdare ad un più ricercato ed ancestrale arianesimo linguistico e politico? Che stia lanciando una campagna di rivendicazione del celodurismo Sud Tirolese, e -pericolo- che sia pronto a scavalcare le Alpi per invadere l'Austria da sud in nome delle comuni radici germaniche? La traduzione del cartello ("Più lontani da Roma, più vicini a te"), fortunatamente, scongiura qualsiasi ipotesi di Anschluss al contrario, e strappa un sospiro di sollievo: il Senatùr è sempre lo stesso, ha soltanto deciso di tradursi per guadagnare qualche voto in più di quelle povere ventottomila preferenze che alle scorse elezioni gli valsero un misero sesto posto.
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Nel Friuli della coabitazione, terra di confine stretta tra un capoluogo in mano alla destra e l'irredenta Regione dove ancora governa il Signor Caffè, il Partito Democratico si gioca una partita a tutto campo. E chissà che questo 13 e 14 aprile le cose non cambino rispetto a due anni fa. La bora non raffredda ancora, infatti, la determinante vittoria nel 2006 dell'allora Cdl, che alla Camera conquistò 7 seggi, contro i 6 del centrosinistra. Erano i tempi delle contestuali elezioni comunali, del movimento di piazza del poi sindaco Di Piazza, che con la conquista di misura (al ballottaggio) del palazzo di piazza Unità si portò appresso l'intera regione. 4 seggi finirono all'Ulivo, 1 a Rifondazione, 1 ai Verdi. 3 a Forza Italia, 2 ad An, 1 alla Lega, 1 all'Udc.
La squadra carsica dei democratici prova a presentarsi compatta per evitare una Caporetto, e tenta di farsi forte delle personalità che affollano lo scenario politico friulano nonostante le contestuali regionali, che succhiano un po' di energie. Eccoli, i candidati: margheritini vicini ad Illy, radicali, diessini di ferro, tutti pronti a portare qualche granello di sabbia d'oro delle spiagge di Lignano a Montecitorio. E l'acqua dell'Isonzo al mulino di Veltroni.
RADICALI LIMINALI - Capolista outsider è il superministro del Lavoro Cesare Damiano, che friulano non è, bensì lùmbard. Ma a seguirlo c'è subito, pronto, Alessandro Maran. Nato a Grado, quarantotto anni di cui buona parte trascorsi nelle gerarchie Pci-Pds-Ds, è già capogruppo dell'Ulivo in commissione Giustizia della Camera. La regola ferrea della rima alternata prevede che a seguirlo sia un petalo della margherita, e così ecco Ivano Strizzolo, 55 anni, anch'egli deputato dell'Ulivo, udinese di provata tradizione diccina, uno dei fondatori dell'ex partito di centrosinistra. Lo presentano come un grande amico di Franco Marini. Subito dopo appare Ettore Rosato, deputato triestino e giovane sottosegreatrio agli Interni, grande sconfitto della già citata battaglia di Trieste contro Di Piazza. Per trovare una presenza femminile occorre cercare al quinto posto, dove, in bilico, compare Maria Antonietta Farina. Una vita spesa nelle grandi battaglie sulle staminali, la Farina è vedova di Luca Coscioni. Ma rischia di non passare.
L'onorevole Carlo Pegorer guida la squadra del Pd al Senato, dove per il FVG sono 7 i posti in ballo. "Abbiamo scelto la strategia dell'ascolto", ha dichiarato all'apertura della sua campagna elettorale: scarsa originalità nel marketing politico, verrebbe da dire, e basta chiederlo a Rutelli e a metà degli esponenti piddini. La signora Tamara Blaina, slovena di origine ma nata a San Dorligo della Valle, a poche centinaia di metri dal confine, conduce al secondo posto la lista verde tenue. Tamara, ex consigliere regionale per i democratici di sinistra, bilingue, è direttrice dell'Istituto regionale sloveno per l'istruzione professionale (Slovenski deelni zavod za poklicno izobraevanje).
SINISTRA RELAX - Uno o due i candidati della Sinistra Arcobaleno che varcheranno le soglie di Montecitorio. Prima fra tutte Sabina Siniscalchi, che in Parlamento ha alle spalle già una legislatura, e che da sempre si occupa di Cooperazione e Sviluppo con Mani Tese e con la Fondazione della Banca Etica. Rifondarola e Veronese d'origine, tra un Social Forum ed un altro ha già un trascorso con il Friuli, regione in cui è stata eletta nella scorsa elezione. Il secondo "papabile" è Alessandro Metz, candidato di punta dei Verdi e già consigliere regionale. Un movimentista doc: sempre in prima linea contro i Cpt e nelle battaglie per il miglioramento della vita nelle carceri, in dieci anni ha collezionato un paio di condanne per resistenza a pubblico ufficiale. Al Senato, la squadra di Bertinotti, Diliberto, Mussi e Pecoraro Scanio candida un palermitano, già eletto in lombardia alla Camera. Trattasi di Alberto Burgio, politico intellettuale e filosofo gramsciano, ex segretario Generale della Societas Hegeliana, in Friuli è di passaggio per tornare a Roma. Comunista (e Italiana) è anche la seconda in lista, Giuliana Zagabria, che nel partito della falce e martello ha trascorso la sua formazione politica come responsabile provinciale e regionale. Rilassato, grazie allo shiatsu (di cui è maestro) e grazie alla terza posizione che lo esclude quasi matematicamente da Palazzo Madama, il verde Gianni Pizzati. Peccato, perché Pizzati, che alla Regione Friuli è consulente della qualità della vita e del benessere, avrebbe portato una ventata di serenità tra gli scranni di un Senato che si prospetta iperteso.
EAU DE REVANCHE- La galassia azzurra si compone dei soliti due noti capolista Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi, seguiti dal ritorno romano di Franco Frattini. Al quarto posto, che diventerà secondo quando i big rinunceranno, vi è Roberto Menia, montanaro del Cadore, gioventù nel FUAN e nell'MSI, prima, in An poi, è uno dei promotori della giornata delle Foibe. Ma in terra friulana se lo ricordano per le sue originali battaglie "dannunziane": ancora nel '92, in una delle ultime crociate giovanili per la riscossa dell'italica dalmazia, si fa fotografare insieme a Fini mentre lancia nell'Adriatico una marea di bottigliette tricolori contenenti un esplicito volantino: "Istria, Fiume, Dalmazia: Italia! Un ingiusto confine separa l'Italia dall'Istria, da Fiume, dalla Dalmazia, terre romane, venete, italiche. [...] E' anche il nostro giuramento: "Istria, Fiume, Dalmazia: ritorneremo!". Il grido di battaglia è stato premiato, e Menia "ritorna" si, ma in Parlamento. Per l'ennesima volta dal 1988. Habitué degli scranni è anche l'avvocato Giulio Camber, ras Triestino capolista al Senato, dove si appresta ad entrare per la sesta legislatura. Camber, plurime volte anche sottosegretario (ce lo ricordiamo all'obsoleta "marina mercantile" nel primo governo Amato), fu uno degli esponenti di spicco della Lista per Trieste, movimento autonomista nato dopo il trattato di Osimo, avvicinatosi al Psi appunto all'epoca della prima elezione di Camber nell'87, e poi degnamente confluito in Forza Italia. Una mossa che ha consentito al partito di Berlusconi di affermarsi nella regione. Passa al Senato anche il "secondo" Giovanni Collino, udinese, imprenditore di An, alla Camera dal '96.
LEGA PARTY- Una breve parentesi (e una lancia spezzata) merita la Lega Nord, che sfodera al primo e secondo posto dopo Bossi due candidature fuori dalla "norma" parlamentare: Fulvo Follegot, consigliere regionale non proprio "giovane" ma almeno new-entry a Montecitorio, e soprattutto il giovanissimo Massimiliano Fedriga. Corrispettivo maschile (e leghista) della Marianna Madia di Veltroni, il Fedriga milita con il Carroccio da quando ha 15 anni. E dalle pagine del suo blog dimostra di avere le idee ben chiare su diversi temi scottanti della politica nazionale e locale, tra cui: Malpensa ("vogliono distruggere Malpensa, vogliono colpire il Nord"), i Cpt ("più restrizioni per tutelare i cittadini e lavoratori"), la sicurezza ("è prioritaria una efficace riforma regionale della polizia locale"), gli enti locali ("serve una speciale autonomia per Trieste con alcune competenze legislative attualmente detenute dalla Regione"), gli avversari ("Veltroni prende in giro i giovani con la speranza di accaparrarsi i voti"), i party ("in questa sezione puoi trovare tutte le foto degli eventi e delle feste firmate Fedriga.com").