Sistemato il primo contingente d’immigrati Predisposte 40 camere con 4 posti ciascuna Ogni giorno, alle 23, appello obbligatorio
Lo Ial li ospiterà per due mesi. Il ministro blocca lo spostamento di altre 130 persone
Il primo giorno dei profughi ad Aviano. Decine di agenti per la sorveglianza
Sono arrivati ieri alle 11.15, a bordo di quattro pullman, scortati da una decina di mezzi della Polizia di Stato, i 117 profughi trasferiti dal Centro di permanenza temporaneo di Gradisca allo Ial di Aviano, che ha messo a disposizione i locali per due mesi. Ad attenderli, il personale dell’Efa, Ente friulano assistenza, che gestisce l’accoglienza. Nessun presidio, nessuna manifestazione, diversamente da quanto stava avvenendo nel municipio di Aviano. Nel pomeriggio l’annuncio del ministero dell’Interno: il secondo contingente, 130 persone, atteso per oggi all’hotel Doimo, non arriverà. L’inatteso stop, dopo le proteste degli amministratori locali e della gente.
Di prima mattina, alla scuola alberghiera Ial di Aviano, situata a lato del primo tornante della strada che porta a Piancavallo, un via vai di personale dell’Efa. Doveva predisporre tutto il necessario per l’accoglienza, dal momento che lo Ial ha messo a disposizione solo i muri: 24 camere di una ventina di metri quadrati nella foresteria maschile al primo piano e 16 in quella femminile, proprio sopra il ristorante, riservate alle coppie e, appunto, alle donne. Letti a castello, due per camera, quattro comodini, armadi, tavoli e sedie, una televisione con soli canali nazionali e due bagni per ogni vano. La macchina dell’accoglienza ha girato a pieno regime facendo trovare tutto il necessario ai rifugiati.
La responsabile della scuola, Nives Piva, mostra la sala ristoro che dispone di 130 coperti: «I pasti saranno serviti come nelle mense, con vassoio, posate, acqua e menù». Che, il primo giorno, prevede insalata di riso, hamburger, verdura e frutta a pranzo, pastasciutta alla sera. «Applichiamo la differenziazione dei rifiuti – aggiunge Piva – che spiegheremo anche agli ospiti». Per lo svago sono a disposizione un campo di calcio (che verrà utilizzato già poche ore dopo), la piscina, la palestra e un ampio parco immerso nel verde della pedemontana. Allo Ial sperano che «qualcuno voglia imparare a preparare pane e pasticcini: saremo lieti di insegnare le nostre eccellenze». Nel frattempo la segreteria dell’alberghiera apre e così sarà per tutti i giorni di luglio, per raccogliere iscrizioni e adempiere alle formalità scolastiche.
Alle 9.30 arrivano i primi quattro agenti della polizia, subito dopo il presidente dell’Efa, monsignor Luigi Fabbro che conferma l’avvenuta partenza dei profughi da Gradisca. Pochi minuti dopo sul posto sono anche due pattuglie dei carabinieri, quindi tocca alla Digos, alla Squadra mobile e al personale dell’Ufficio immigrazione della questura. S’affaccia il direttore dello Ial: «Confermiamo la disponibilità dei locali per due mesi come segno tangibile di solidarietà», spiega Andrea Giacomelli. L’arrivo del vicequestore e del viceprefetto fa intendere che la colonna è prossima alla meta. Alle 11.15 s’intravedono due auto della Polizia, quindi quattro pullman separati da altrettanti pulmini di agenti con tanto di mascherina dalle questure di Pordenone, Padova e Gorizia.
Monsignor Fabbro spiega i “benefit” di cui disporranno gli ospiti: 117 sui 120 previsti poiché al mattino, a Gradisca in tre non hanno risposto all’appello. Alla spicciolata i profughi (molti dei quali con una corona del rosario al collo) scendono dai mezzi, in silenzio prendono il loro sacco di carta o di plastica nera contenente i pochi effetti personali, si guardano intorno e vengono indirizzati nel giardino interno. Un nigeriano parla al telefonino: «Sono arrivato ad Aviano».
«Welcome to Aviano, good morning», accoglie la mediatrice culturale che subito dopo dà le prime disposizioni: «Sarete ospiti di Aviano durante l’estate, questa è una scuola alberghiera», puntualizza. In un’ora i 117 consumano solo un bicchiere di succo d’arancia o un sorso d’acqua Pradis. «Si facciano avanti le coppie!» e tutti applaudono mentre inizia lo smistamento.
In cucina i cuochi del catering Jolly Service di Tarcento (lo stesso che fornisce la ristorazione al Consiglio d’Europa di Bruxelles) preparano il pranzo: tutti i giorni alle 13; alle 8 la colazione, alle 20 la cena, alle 23 l’appello e tutti in stanza, unico obbligo.
«Vi vedo agitati, non preoccupatevi», rassicura il personale Efa. Alla spicciolata, divisi per nazionalità, i profughi cercano la propria stanza. In attesa di vedersi riconoscere lo status di rifugiato politico. Non sarà così per gli altri 130 profughi attesi: non arriveranno in provincia, ha deciso all’improvviso il ministero dell’Interno. Nonostante la disponibilità dell’Efa (che aveva chiesto posti letto anche a una struttura di Mezzomonte di Polcenigo) e dell’hotel Doimo.