Sulla scia dell'iniziativa di RI, colgo l'appello di Walter Beltramini all'istituzione di anagrafi degli eletti.
Sara' mia cura recarmi presso il sindaco dott. Angelo Masotti per delucidazioni in merito all'arrivo della missiva e del suo parere a riguardo. Sono certo che il Sindaco, dimostratosi sempre molto attento alle tematiche dell'informazione, si rivelera' ancora una volta disponibile al confronto. Attualmente, all'interno dell'arena comunale, e' molto sentita la necessita' di sviliuppare un mezzo efficace di comunicazione con la popolazione: si stanno vagliando varie possibilita' e tutte puntano nella direzione di un periodico di informazione. Ancora non si capisce se c'e' o meno la volonta' di destinare denaro per un addetto stampa o viceversa affrontare la sua realizzazione in house.
Sicuramente all'interno di questa cornice e' possibile inquadrare il discorso sull'anagrafe degli eletti, che si incuneerebbe come naturale contenuto informativo del periodico.
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MANIFESTO
Ritengo doveroso riportare il manifesto dell'iniziativa, reperibile all'indirizzo seguente: http://www.radicali.it/view.php?id=128194
ANAGRAFE DEGLI ELETTI: "CONOSCERE PER DELIBERARE", PER CONQUISTARE UNA NUOVA LIBERAZIONE - QUESTA VOLTA DALLA PARTITOCRAZIA - E' ORA DI PASSARE ALLA RIFORMA DELLE ISTITUZIONI
Articolo 1 della Costituzione: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
Articolo 54 della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge".
Quasi ogni anno siamo chiamati ad eleggere una volta deputati e senatori, un'altra volta chi mandare al Parlamento Europeo, un'altra volta ancora il sindaco, il presidente della Regione o della Provincia, consiglieri circoscrizionali...
E una volta che li abbiamo eletti, che cosa sappiamo di quello che fanno, che dicono, che propongono? Cosa sappiamo, davvero, di quello che viene deciso in un consiglio comunale, in un'assemblea regionale, in una commissione parlamentare di Montecitorio o Palazzo Madama? Eppure si tratta di decisioni che riguardano la nostra vita: la salute, le tasse, la scuola, le pensioni, l'assistenza, il lavoro...
I leader dei partiti ormai parlano per slogan, nelle trasmissioni di approfondimento politico comunicano in battute. Parlano, parlano, parlano: ma che cosa dicono? E soprattutto: che cosa fanno realmente?
Per questo i Radicali hanno dato vita a una campagna di mobilitazione di opinione pubblica e istituzionale volta a conquistare la grande riforma che faccia della persona candidata ed eletta il soggetto costitutivo di ogni forma di aggregazione e rappresentanza politica in tal modo sottratta all'altrimenti inevitabile degenerazione partitocratica della democrazia.
L'obiettivo è assicurare quella forma di trasparenza e di partecipazione rappresentata dalla "anagrafe pubblica degli eletti": uno strumento che, se adottato, potrà rendere conoscibile ai cittadini la documentazione relativa ai comportamenti istituzionali di tutti gli eletti, ad ogni livello: Parlamento, Regioni, Province, Comuni.
Da sempre, posto la questione della pubblicità della vita istituzionale, dell'einaudiano "conoscere per deliberare", come elemento fondante di una vera democrazia.
Nel 1976, appena entrati a Montecitorio, Marco Pannella, Emma Bonino, Adele Faccio, Mauro Mellini organizzarono delle trasmissioni "pirata" delle sedute d'aula facendo viaggiare - per la prima volta nella storia italiana - le voci dei parlamentari sulle onde di "Radio Radicale", nata appena un anno prima.
L'allora presidente della Camera Nilde Jotti ingaggiò una vera e propria guerra contro l'ennesimo "scandalo" radicale togliendo a ripetizione il segnale. Alla fine, i radicali la spuntarono semplicemente perché si erano basati su un principio costituzionale: "le sedute sono pubbliche" (art. 64). Le sedute erano sì "pubbliche", ma solo per i giornalisti parlamentari che poi facevano i resoconti sulle loro testate. Da quel momento furono pubbliche per tutti e, finalmente, l'elettore comunista poté ascoltare in diretta la viva voce di Enrico Berlinguer, così come quello "fascista" l'intervento di Giorgio Almirante.
Le proposte che i parlamentari sono riusciti a far passare nel corso della XV e XVI legislatura sulla riduzione dei costi e sulla possibilità di controllo da parte dei cittadini dell'attività dei singoli parlamentari, sono un primo punto di partenza. Ma questa è la classica proposta radicale che può e deve riguardare ogni livello istituzionale.
I Radicali lo fanno a partire da loro stessi.
Siamo l'unico partito che trasmette in diretta o in differita da Radio Radicale, o comunque pubblica integralmente on line sui siti radicali, tutte le riunioni di Direzione, i Congressi, le Assemblee e ogni manifestazione.
Pannella, per suo conto, usa rendere pubblici tutti i suoi interventi via e-mail in Internet, pubblicando integralmente le risposte - che non siano private e assicurando il rispetto delle norme elementari della privacy - ricevute negli ultimi due anni, che restano e resteranno accessibili a tutti, lettori, curiosi e studiosi.
Riforme di stampo anglosassone.
Mentre cerchiamo di perseguire le necessarie riforme di stampo anglosassone, come Radicali italiani abbiamo deciso di scegliere, come priorità di iniziativa per i prossimi mesi, una straordinaria mobilitazione di opinione pubblica e istituzionale volta a conquistare la grande riforma che faccia della persona candidata ed eletta il soggetto costitutivo di ogni forma di aggregazione e rappresentanza politica, una riforma istituzionale che è quella di rendere tutti gli eletti conoscibili e valutabili, loro stessi e non per il tramite dei loro partiti, assicurando trasparenza e possibilità di partecipazione, individuando come strumento concreto l'Anagrafe pubblica degli eletti. Un progetto, che prevede inizialmente la realizzazione di un portale che garantisca la trasparenza dell'attività degli eletti, garantendo, al tempo stesso, al cittadino il diritto di conoscerla anche nelle fasi del processo decisionale.
E' questa un'iniziativa davvero strutturale: tutti gli eletti divengono conosciuti.
Un recupero in pieno del fondamento della democrazia liberale: il "conoscere per deliberare".
Al singolo cittadino deve essere garantito l'accesso, a partire dall'utilizzo del web, ad una vasta documentazione che permetta di conoscere l'operato di ogni singolo eletto, nonché di coloro che esercitano un'attività pubblica.
Questa è una riforma fondamentale per restituire legalità e reale democrazia al Paese e alle sue Istituzioni.
Una risposta concreta.
Oggi, grazie alla rivoluzione digitale e a Internet, è tecnicamente possibile recuperare il rapporto diretto tra elettori ed eletti, a tutti i livelli istituzionali, che i mezzi di comunicazione di massa hanno in parte pregiudicato, a vantaggio spesso di una politica opaca o di facciata.
Il controllo è l'essenza stessa della democrazia, Ernesto Rossi l'aveva capito prima di tutti. Nella possibilità da parte dei cittadini di esercitare il controllo su chi li governa si compie infatti, il senso di un sistema democratico.
Ed è proprio in questa direzione che va la proposta radicale di istituire un'anagrafe degli eletti: uno strumento della democrazia diretta che pone il candidato e l'eletto sotto la lente dell'elettore, in modo che questi possa conoscerlo, seguirlo nella sua attività politica, monitorare le sue scelte e anche i suoi interessi. Tutte informazioni indispensabili a garantire al cittadino un voto consapevole.
L'iniziativa dell'anagrafe degli eletti passa per l'informatizzazione dei canali di comunicazione istituzionali, una tappa obbligata per aprire finalmente la strada alla nuova frontiera della e-democracy.
La nostra proposta si basa innanzitutto sul principio della trasparenza; motivo per cui chiediamo che di ciascuna istituzione vengano messi in rete: link al sito istituzionale; bilancio interno con allegati; composizione dell'istituzione; presenze e comportamento di voto degli eletti; atti presentati in tutte le articolazioni dell'istituzione, iter e conclusione; atti adottati dalle singole articolazioni dell'istituzione.
Di ciascun eletto, invece, chiediamo che vengano pubblicati: dati anagrafici; codice fiscale, dato identificativo al fine di disporre - appunto - di un'anagrafe degli eletti e, di ciascuno, gli incarichi elettivi ricoperti nel tempo; dichiarazione dei redditi e degli interessi finanziari relativi all'anno precedente l'elezione, degli anni in cui ricopre l'incarico e di quelli successivi; dichiarazione da parte dell'eletto dei finanziamenti ricevuti, dei doni, dei benefici o di altro assimilabile; registro delle spese degli eletti, comprensive di quelle per lo staff, spese telefoniche e dotazione informatica; atti presentati con iter fino alla conclusione; quadro delle presenze ai lavori e i voti espressi sugli atti adottati dall'istituzione cui appartiene. Questo ultimo punto è per noi fondamentale, prioritario, perché consente al cittadino di controllare a mano a mano che l'eletto esplica il suo mandato le specifiche iniziative e anche quanto queste corrispondano al programma elettorale.
Tutti questi dati dovranno essere accessibili e in un formato standard aperto, così da poter essere elaborati e incrociati.
La moralizzazione della politica passa anche da riforme come questa.
Se l'anagrafe degli eletti fosse già stata introdotta ad ogni livello istituzionale, così come chiediamo, probabilmente avremmo da tempo sanato alcune delle ferite inferte alla democrazia e evitato illegalità ad ogni livello.
La realizzazione di tutto ciò, non ha bisogno necessariamente di modifiche normative, occorre una sensibilizzazione su questo e interventi deliberativi di tipo diverso a seconda del livello Istituzionale.
Mentre proseguiranno le attività in seno ai due rami del Parlamento italiano e al Parlamento europeo, come Radicali Italiani chiederemo a tutti i Comuni, Province e Regioni di adottare una delibera che li impegni a rendere pubblica e trasparente l'Istituzione e l'attività dei suoi membri.
Su questo, l'apporto di ciascuno sarà determinante; occorre una mobilitazione dell'opinione pubblica.
E' una campagna che in qualche modo vuole accrescere anche la partecipazione al piacere della politica, quella con la P maiuscola e non sollecitare tendenze antipolitiche.
Legge Elettorale
Perfettamente d'accordo con questa iniziativa solo che c'è un "piccolo" problemino, dicasi Legge Elettorale, che ha abolito la preferenza e quindi voti uno o voti l'altro è sempre il Partito Romano, e parlo di tutti quanti tranne la Lega che stà a Milano ma il discorso riguarda pure lei, che in pratica sceglie per te e quindi questa, ripeto, ottima iniziativa, con un altra Legge Elettorale avrebbe un senso ma messe così le cose permettimi di nutrire qualche dubbio precisando, invece, che a livello amministrativo locale ed Europeo, la cosa ha un suo valore indubbio e meritorio che deve essere certamente portato avanti, ma riguardo Roma che si fa vista l'aria che tira? Mah...
Daniele