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I Radicali al cimitero degli alleati: non dimentichiamo chi ci ha salvati

Testo: 

Tante bandiere americane e dell’Unione europea

A Tavagnacco
Un pezzo di storia dimenticato e una cerimonia forse non abbastanza pubblicizzata, quella della commemorazione dei 500 soldati alleati, sepolti nel cimitero del Commonwealth britannico di Tavagnacco. A dirlo sono i Radicali, che da cinque anni ricordano anche «gli americani che si sono battuti per la libertà della nazione», anzi come dicono loro, «per la libertà dalla nazione». Durante la cerimonia di ieri, «che va tolta dalla clandestinità», i radicali hanno criticato l’assenza del sindaco Furio Honsell, presente, invece, alla manifestazione ufficiale dell’Anpi di piazza Libertà. «Non ha avuto il coraggio di estendere l’invito ai cittadini, per questa commemorazione – ha detto l’esponente dei Radicali italiani Gianfranco Leonarduzzi – dimenticandosi di coloro che hanno dato la vita. Un fatto grave». E davanti a queste parole, i pochi presenti, tra macchine fotografiche, bandiere e momenti di commozione, hanno applaudito. «Si tratta di una parte della storia un po’ taciuta – ha continuato Leonarduzzi – quest’anno abbiamo portato anche le bandiere della Comunità europea per dare un senso diverso a questa giornata, di liberazione dal concetto di nazionalismo, in nome di un altro concetto a noi molto caro, quello dell’unità sovranazionale». L’esponente dei radicali ha poi constatato che di autorità ce n’erano poche, ma nonostante ciò «L’Europa sta cominciando a nascere qui». «E’ importante ricordare chi ci ha dato una mano per raggiungere la libertà – ha detto il consigliere regionale Roberto Asquini – senza la quale non potremmo vivere questo momento di sviluppo e di serenità. Forse il sindaco si è dimenticato di dire la cosa più importante e cioè viva la libertà».
Non poteva mancare poi un riferimento al caso Eluana Englaro. «Restituiamo al mittente la frase Udine città della morte – ha continuato Leonarduzzi – parole offensive per quella che è la città del diritto». Senza nominarlo, l’esponente dei Radicali si rivolgeva a un commento del presidente della provincia Piero Fontanini. Tra i presenti anche il consigliere comunale di opposizione a Udine Enzo Cainero, un anno fa candidato sindaco per il capoluogo. «A scanso di equivoci partecipa anche quest’anno – ha fatto notare Leonarduzzi – e non solo quando era in campagna elettorale, a dimostrazione che non c’è nessuna strumentalizzazione della cerimonia, ma è una questione di coscienza».
Tra chi sventolava bandiere americane, europee «per gli Stati Uniti d’Europa» e israeliane «per Israele nell’Unione europea» anche il presidente della cellula Fvg Luca Coscioni, Luca Osso, che ha chiesto, insieme ai bersaglieri, un minuto di silenzio per commemorare i caduti. Oltre alle bandiere, anche cartelloni con scritte come «Liberiamoci dalle guerre, aboliamo la miseria»; «Stati Uniti d’Europa per un mondo più democratico»; «Mai più stato-nazione, ma più stato etico» e ancora «Mille lingue, mille cultura, una sola Europa». La cerimonia nel cimitero di guerra è stata preceduta da un corteo in centro, partito alle 9 da piazza Primo Maggio fino a piazza Libertà, per la commemorazione ai caduti e le vittime della seconda guerra mondiale. «Nessuno parla – ha concluso Luca Osso - di chi ci ha liberato veramente dal gioco nazi-fascista», al di là delle solite polemiche sul 25 aprile, come ha commentato qualcuno dei presenti.

Data: 
Domenica, 26 April, 2009
Autore: 
Ilaria Gianfagna
Fonte: 
MESSAGGERO VENETO - Udine
Stampa e regime: 
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