Udine
Il Terzo Polo pordenonese intanto con Agrusti e Salvador in testa prosegue la sua marcia verso il ritorno in Forza Italia. Per questa sera alle 21 al ristorante "da Cataruzza", locale in cui è stato deciso nei mesi scorsi lo strappo dagli Azzurri, è previsto un incontro. Agrusti, Salvador, Bomben e Tubaro spiegheranno il percorso che dopo un avvicinamento a Illy li ha nuovamente spinti verso Forza Italia. L'ingresso ufficiale, se non ci saranno intoppi è previsto per la fine della settimana. Mancano, infine, alcuni dettagli, ma da quanto emerso ieri dopo un incontro della direzione provinciale di An, la candidatura di Alfredo Pasini è quasi cosa fatta. Rimangono comunque alcuni malumori all'interno del partito in quanto non c'è stata unanimità su questa decisione.
Intanto si "affacciano" due o tre liste, di cui una nuova che, con tutta probabilità, ruoterà attorno al nome di Ferruccio Saro (se non di nome, lo sarà sicuramente di fatto, visto il consenso creato intorno alla sua figura), a sostenere alle prossime regionali un candidato presidente il cui nome non è ancora dato sapere, anche se quello dello stesso Saro circola con insistenza.
Per conoscere i nomi delle liste e quello del candidato della nuova aggregazione politica, che si proporrà come alternativa al centrosinistra e al centrodestra, bisognerà aspettare domani sera. L'appuntamento è stato fissato alle 20.30 al "Ramandolo", divenuto ormai il quartier generale delle forze politiche chiamate a raccolta da Saro. Nella saletta dell'hotel udinese, ieri hanno discusso per circa sei ore forzisti delusi, Terzo Polo, autonomisti, radicali, movimento "Mitteleuropa".
Percorrere la strada insieme o continuare ognuno per proprio conto? La prima ipotesi stuzzica, ma le anime da mettere insieme sono davvero molte. Tra i più ottimisti sicuramente Gabriele Renzulli, mentre Saro non si sbilancia: «Sono in fase di riflessione». Anche perché la delusione di Forza Italia non è stata facile da accettare: «Il progetto è venuto meno - afferma - Mi sono sentito umiliato. Nemmeno ai tempi di Craxi ci sono state pressioni così forti. L'autonomia regionale è stata annullata».