Visita dell’onorevole Serracchiani e dello scrittore Roveredo «Siamo dalla parte di Pannella: ridare dignità ai detenuti»
Sono 220 i detenuti che scontano la pena nel carcere di via Spalato. Dovrebbero essere al massimo 130, con un limite di tollerabilità che arriva a 170. Il sovraffollamento ha inevitabili ricadute sul recupero dei reclusi perché tutti gli spazi sociali sono convertiti in celle. E infatti il 70% ricade nella spirale della delinquenza. A documentare la situazione del carcere udinese sono stati, ieri, il segretario regionale del Pd, Debora Serracchiani, e lo scrittore Pino Roveredo. La loro era soltanto la prima tappa di un tour regionale delle carceri. La visita in via Spalato è cominciata intorno alle 11, lontano dai flash dei fotografi e dai taccuini dei giornalisti. Intanto nel carcere si sono susseguiti i visitatori di ogni giorno. Donne e bambini, in qualche caso ragazzi, che ormai hanno una certa dimestichezza con questi luoghi: il “buon giorno” scambiato con i secondini, l’ingresso, uno per volta, con i documenti stretti in mano e la telefonata all’uscita per avvertire i parenti. E le lunghe attese. Tre sono gli interventi indispensabili, secondo Serracchiani. «La depenalizzazione di alcuni reati, investire sull’edilizia e sul recupero delle persone», ha spiegato al termine della visita. E proprio quello dei fondi è il problema principale anche a Udine. «Alcuni sistemi di sorveglianza non funzionano perché mancano i soldi per riparare le telecamere», ha sottolineato Roveredo. Il principale nemico in carcere è la noia. «I detenuti sono privi di impegni ed è evidente che in queste condizioni monta la rabbia», ha aggiunto il candidato governatore del Fvg per il Pd. «Gli spazi per la socialità sono pochi e congestionati dal sovraffollamento – ha aggiunto –. Ci sono anche luoghi inaccessibili come l’ex infermeria e l’area femminile. Situazioni che non rispettano la dignità umana». Una precarietà che si riverbera anche sul personale. «Sono sotto organico, mancano gli ispettori apicali. Il turn over non è rispettato e l’età degli agenti penitenziari cresce in modo vistoso. Ancora di più se rapportata a quella dei detenuti». Nei giorni scorsi lo sciopero della fame e della sete del leader dei Radicali, Marco Pannella, ha riportato alla ribalta l’annosa questione delle carceri italiane. «Sono qui anche perché appoggio la battaglia di Marco. La mia è una posizione netta e chiara. Distanti sull’amnistia, ma uniti nel merito: dobbiamo restituire la dignità ai carcerati», ha detto Serracchiani.