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Elezioni, gli esclusi si appellano al Tar

Testo: 

Scenario sempre più complicato per le regionali dell'8 e del 9 giugno.
Interrogazione parlamentare di Mastella: si è verificata una disparità di trattamento
Restano in lizza solo Illy, Guerra e Saro. I sostenitori di Sgarbi e Visentin annunciano battaglia legale

UDINE. Riccardo Illy, Alessandro Guerra, Ferruccio Saro, in quest'ordine sulla scheda elettorale, sulla base del sorteggio effettuato ieri; altri candidati alla presidenza della Regione non dovrebbero essercene. Ma il condizionale è tassativo, perché il nodo gordiano dei ricorsi è ormai inestricabile, e si attende un intervento del Tar, almeno parzialmente risolutorio. Fuori Roberto Visentin, di "Mitteleuropa", per il ritardato invio di un certo numero di firme raccolte a Pordenone, e il numero di sottoscrizioni inferiore al previsto relative a Gorizia.
Stesso verdetto per "Bella Italia Sos Italia Sgarbi", arrivato fuori tempo massimo; a Tolmezzo, poi, Pdci, Udeur e Movimento Friuli. E tutti preannunciano ricorsi.
Diego Volpe Pasini torna alla carica presso la Corte d'appello di Trieste, segnalando l'accettazione avvenuta a Pordenone, e motivata con il fatto che «la legge 43/95 prevede che in sede di prima applicazione il termine della presentazione della lista scade alle ore 12 del 25° giorno», e che «con riferimento alla presente tornata elettorale deve affermarsi la prima applicazione della legge 43/95, nella regione Friuli-Venezia Giulia», interpretazione «coerente con lo spirito della norma finalizzato a semplificare ed agevolare la presentazione delle liste nel momento del passaggio dalla vecchia disciplina (che nel Friuli-Venezia Giulia era la legge regionale 20 del '98) a quella nuova».
«Una diversa interpretazione in ordine al concetto di prima applicazione», nota il Tribunale di Pordenone «porterebbe a una ingiustificabile disparità di trattamento» con le Regioni dove si è già votato con il Tatarellum.
Di qui il doppio ricorso, uno al Tribunale di Gorizia, per la lista circoscrizionale, e uno alla Corte d'Appello di Trieste, per quella regionale.
«Se occorrerà andremo anche al Tar e al Consiglio di Stato, visto che la Regione si è permessa di cancellare una parte della disciplina elettorale non con procedura legislativa, ma con un atto burocratico. C'era la volontà di far fuori le formazioni minori», dice ancora Volpe Pasini.
Parere condiviso da Marco De Agostini del Movimento Friuli, in corsa in quanto collegato alla Cdl, ma furibondo per il respingimento del suo ricorso in Carnia.
«Al di là del merito, su cui sarebbe tutto da discutere, c'è anche il metodo, non mi si è consentito di argomentare», dice. «Ma esiste un elemento di estrema gravità formale: ho presentato il ricorso a Tolmezzo, per l'inoltro a Trieste, alle 11.58 del 15 maggio.
Il fax di risposta dal capoluogo porta come ora le 11.53. Sin qui potrebbe trattarsi di un orologio che va avanti. Però la data del rigetto è del 14. Il giorno prima del ricorso, argomentato e corredato da una memoria, si erano già pronunciati. Ne parlerò con l'avvocato».
Infine, il segretario dell'Udeur, onorevole Clemente Mastella. Il quale ieri ha presentato un'interrogazione urgente al presidente del consiglio e al ministro dell'interno «sulla disparità di valutazione in Friuli Venezia-Giulia circa l'ammissione delle liste elettorali alle prossime elezioni amministrative».
Mastella - si legge in una nota di agenzia - fa presente che «alcune liste sono state ammesse mentre altre, con uguali requisiti, sono state respinte», e quindi chiede al governo se «non ritenga, pur nella autonomia della regione friulana, di dare un criterio interpretativo relativo al numero di firme che debbono corredare la presentazione delle liste».

Data: 
Venerdì, 16 May, 2003
Autore: 
Fonte: 
MESSAGGERO VENETO - Regione
Stampa e regime: 
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