Oggi il Tribunale amministrativo regionale si pronuncerà sul ricorso dei Comunisti italiani. Cuffàro: siamo convinti che sarà accolto. La protesta dei friulanisti
Il leader di Mitteleuropa: la nostra lista è stata esclusa, mentre sono stati riammessi i verdi che avevano lo stesso problema
Visentin si appella al Capo dello Stato Saro: adesso siamo nelle mani di Dio
di DOMENICO PECILE
UDINE. La data delle elezioni è al riparo, ma aumenta invece il rischio di un loro possibile annullamento. Si fa strada, dunque, il caso Molise, dove le consultazioni regionali furono azzerate perché una lista non aveva presentato il numero di firme necessario. La stessa ipotesi che, a detta del leader del Partito Mitteleuropa, Roberto Visentin, si è verificata nella nostra regione dove i Verdi sono stati riammessi, mentre la sua lista per gli stessi motivi è stata invece esclusa. Oggi, intanto, il Tar si pronuncia sul ricorso del Pdci.
Ieri, la giunta regionale si è costituita in causa avverso tutti i ricorsi. Ricorsi che riguardano la difformità sull'interpretazione della norma relativa alle firme. Tuttavia - dice la Regione - visto che i Tribunali su questo hanno raggiunto la stessa opinione, la sentenza di oggi non dovrebbe avere luogo, perché manca la materia del contendere. Anche il Mf ha annunciato un ricorso al Tar e un esposto alla Procura. Ma la novità arriva proprio dal Partito della Mitteleuropa di Roberto Visentin con un esposto alla Procura, dove ripercorre la cronistoria dell'intera vicenda delle firme, ricorso al Tar e una lettera al capo dello Stato.
«In quanto presidente del Partito Mitteleuropa - scrive tra l'altro Visentin a Ciampi - e candidato alla presidenza della Regione, le invio tre documenti dei quali potrà desumere come gli Organi sopra citati abbiano uniformato le loro decisioni, precedentemente difformi, in base a un mero criterio economicistico e non invece secondo giustizia e verità. Privilegiando, quindi, una sbrigativa equiparazioni di trattamento, indipendentemente dalla verifica delle ragioni e della certezza del rispetto delle leggi».
Già, i tre documenti, allegati per altro alla lettera inviata a Ciampi. Il primo è una lettera dell'assessore Ciriani al presidente dell'ufficio centrale, Eduardo Tammaro, nel quale comunica il dietrofront dei tribunali di Udine e Pordenone circa l'accoglimento delle liste del Mf. Il secondo concerne una lettera della Corte di appello che scrive ai presidente dei Tribunali di Udine e Pordenone informando di essere preoccupata per l'ammissione di alcune liste avvenuta con un numero inferiori rispetto alla norme. Il terzo è la missiva del Tribunale di Pordenone che alla luce dell'ipotesi di uno stop alla consultazione si uniforma alla decisioni richieste e quindi comunica l'esclusione del Mf.
«Questi sono fatti incontrovertibili - dichiara Marco De Agostini durante al conferenza stampa di ieri organizzata assieme a Visentin («avevamo invitato anche i candidati presidenti, ma non si sono fatti vedere») - che esigono risposte chiare. Troppe cose strane sono accadute in questi giorni». Come quello - gli fa eco Roberto Visentin - che la lista dei Verdi è stata riammessa con 1002 firme lo scorso 12 maggio grazie alle integrazioni dei certificati elettorali, mentre la nostra integrazione era datata 9 e 10 giugno ed è stata respinta». Insomma, per Visentin, ma anche per De Agostini e di Caporiacco, ce n'è abbastanza per ipotizzare un futuro invalidamento delle elezioni. «Un principe del foro triestino - dice ancora di Caporiacco - ci ha offerto la sua assistenza legale, convinto della bontà dei nostri ricorsi. Se accetterà la parcella simbolica accetteremo». Gli autonomisti esclusi si dicono dunque convinti che la cosiddetta messa in sicurezza delle elezioni è soltanto una speranza di chi non capisce che la moltiplicazione dei ricorsi «anziché disinnescare la mina, l'ha resa più deflagrante». L'ultima dichiarazione la offre Visentin: «La mia esclusione fa il gioco della Guerra perché la mia lista le avrebbe tolto moltissimi voti». Per Il Mf, invece, la decisione della Regione è il frutto della mentalità centralista di An e dell'assessore Ciriani in primis.
«Adesso si sta cercando di correre ai ripari, ma credo - dichiara Ferruccio Saro - che sia molto difficile mettere a posto le cose. E' mancato il coordinamento preventivo tra Regione e Tribunale e una soluzione legislativa che correggesse il Tatarellum perché c'erano troppi elementii di ambiguità. L'elezioni saranno invalidate? Mah, a questo punto siamo nelle mani di Dio».
Per la candidata della Cdl, l'incarico a un legale è per la regione un atto dovuto per autotutelarsi contro l'ipotesi dello stop alle elezioni. «Ora la data non sarà più messa in dubbio - afferma - e quindi la campagna elettorale è più che mai nel vivo. Altre ipotesi non mi interessano, perché di questo si occuperanno gli uffici competenti». Anche Riccardo Illy, di Id, si dichiara fiducioso circa la decisione odierna del Tar. «Non conosco invece - conclude - la questione dei Verdi e di Mitteleuropa sollevata da Roberto Visentin».