L'assemblea di Strasburgo approva una risoluzione che chiede la liberazione dei detenuti che dimostrino l'«avvenuto recupero» e fa esplicito riferimento all'ex leader di Lotta continua
STRASBURGO Con 409 voti contro 52 il Parlamento europeo ha approvato ieri una richiesta di scarcerazione di Adriano Sofri prendendolo a simbolo di tutti i detenuti che con il loro impegno civile e sociale hanno riguadagnato il diritto alla libertà. La stragrande maggioranza degli eurodeputati ha detto sì a un emendamento inserito nel testo del Rapporto sullo stato dei diritti fondamentali nell'Unione europea nel 2002 con cui ha chiesto la liberazione dell'ex leader di Lotta Continua e di tutti i detenuti che si trovano nelle sue condizioni. L'emendamento, promosso da Radicali e Verdi europei, è stato appoggiato da esponenti di tutte le famiglie politiche presenti in Parlamento, eccetto Lega e Alleanza nazionale.
Tra gli altri, il documento è stato firmato dai leader della Margherita Francesco Rutelli, del Prc Fausto Bertinotti, del Pdci Armando Cossutta, dall'ex segretario del Ppi Franco Marini e dal sindaco di Roma Walter Veltroni. «Io credo che se gli eurodeputati italiani sostenitori dell'iniziativa faranno approvare un provvedimento analogo dai loro colleghi di Roma - ha detto il leader verde Daniel Cohn Bendit - una volta presentato al Qurinale il presidente Carlo Azeglio Ciampi non potrà restare inerte perchè la richiesta di scarcerazione sarebbe appoggiata dai tre quarti del Parlamento».
Il radicale Marco Pannella ha detto di sostenere l'emendamento ma ha precisato di essere contrario a una richiesta di grazia poichè con Sofri condivide i motivi per cui egli non la chiede. Nel testo approvato dal Parlamento europeo si fa diretto riferimento all'ex leader di Lotta continua.
Ci si interroga, in base ai principi europei di legalità e di democrazia, «sull'effettiva legittimità del protrarsi della carcerazione di detenuti il cui comportamento e la cui attività dimostrino esaurito lo strumento della detenzione per il loro recupero e la loro reintegrazione sociale». «Particolarmente significativo - si precisa nell'emendamento - è il caso italiano di Adriano Sofri, riconosciuto come emblematico dalle massime autorità dello Stato, dalla maggioranza dei parlamentari e da personalità di ogni colore politico».
«Il parlamento europeo - ha detto la presidente della delegazione dei Ds Pasqualina Napoletano - ha inviato un forte segnale politico per la chiusura, in maniera dignitosa, di questa lunga e dolorosa vicenda».
Sta ora a Silvio Berlusconi, secondo l'eurodeputata, fare pressione sul ministro Castelli affinchè questi avvii le procedure necessarie previste dalla Costituzione. Nel Rapporto sullo stato dei diritti fondamentali nell'Unione europea nel 2002, approvato con 221 voti contro 195, l'Italia è criticata anche per le pessime condizioni delle sue prigioni e per lo stato degradante in cui i detenuti sono costretti a scontare le loro pene. A fare compagnia al nostro Paese in questo triste primato vi sono Belgio, Francia e Portogallo.
Alfredo Betti