Democratici di sinistra e Margherita analizzano l'esito del voto che ha visto la vittoria del candidato di Intesa democratica Ettore Rosato
Zvech: «E' vincente la nostra idea di Trieste». Godina: «Gli elettori hanno perso la fiducia nella Cdl»
Chi l'ha detto che questo non è un test politico valido a tutti gli effetti? La partecipazione al voto si è dimostrata ridotta, è vero. Ma il risultato è stato omogeneo e ha regalato a Intesa Democratica un netto margine di vantaggio e un notevole rafforzamento della coalizione stessa. E se qualcuno insiste, allora sarà meglio ricordare che «anche il non voto è un voto».
Sono un paio dei concetti espressi ieri da Democratici di Sinistra e Margherita, i cui vertici locali hanno commentato in due distinte conferenze stampa i risultati delle suppletive che hanno decretato la vittoria di Ettore Rosato, neodeputato di Intesa Democratica che con 25.603 voti pari al 65,05% delle preferenze ha sconfitto la Casa delle Libertà, lasciando Renzo Codarin al palo degli 11.511 voti, cioè al 29,25%, mentre Christina Sponza, candidata con i Riformatori presidenzialisti e appoggiata da Emma Bonino e Marco Pannella, ha raccolto il 5,7% del totale con 2.244 preferenze.
È stato il segretario Ds Bruno Zvech a insistere sul significato della sconfitta per la CdL, «della cui capacità amministrativa Renzo Codarin, quale ex vicesindaco ed ex presidente della Provincia, è l'incarnazione». Segno questo, per il diessino, che «l'idea di sviluppo di Trieste e l'idea stessa della città non è quella del Centrodestra», ma quella proposta da Intesa Democratica. «Siamo più convincenti su temi come Porto, Expo, terziario, investimenti sull'alta tecnologia, politiche sociali... Insomma, ha vinto il cuore del programma di Intesa Democratica», secondo Zvech. Inevitabile l'approdo: «Sebbene in politica di consigli non se ne diano, forse gli amministratori del Centrodestra - Scoccimarro, Dipiazza, Gasperini, Ret - farebbero bene ad ascoltare con maggiore attenzione ciò che l'attuale opposizione sta proponendo in città», giacché «oggi per il Centrodestra si è aperto fragorosamente il problema della rappresentatività».
Nessuna accelerazione, ha precisato il diessino, «perché noi crediamo nelle scadenze naturali» delle amministrazioni, «ma il dato che emerge con crudezza è lo sfarinamento del Centrodestra» in questo Nordest. Ma c'è dell'altro: «Intesa Democratica, di cui Riccardo Illy è leader, ha dimostrato di avere un senso nella sua propria natura, e di potere vincere anche se Illy non sia personalmente candidato».
Sul neodeputato Rosato quale espressione di un «vero inizio di cambiamento generazionale anche nella classe dirigente» si è soffermato il portavoce politico provinciale della Margherita Walter Godina, che con il coordinatore Paolo Salucci e il responsabile organizzativo Marco Toncelli ha analizzato anche il non-voto che ha penalizzato il Centrodestra, laddove «l'elettorato evidentemente non ha fiducia nella proposta della CdL». E mentre quella di Rosato è stata anche la vittoria «di una continuità della proposta nata con Illy» in Comune, proseguita in Regione e sfociata ora in Parlamento, all'opposto - ha insistito Godina - «questa città di fatto oggi non è amministrata: fatichiamo a vedere un progetto a medio e lungo termine per la città». Secondo la Margherita il successo di Intesa Democratica ha evidenziato anche che «oggi alla cittadinanza non interessa il passato ma il futuro, il sapere cioè che tipo di opportunità si vogliono mettere in campo per il domani. Il rispetto per le proprie radici e per la propria storia resta intatto, ma non si elegge più un candidato perché esule, o sloveno, o italiano», ha aggiunto Godina.
E mentre Salucci ha evidenziato il dato netto del successo riportato anche nelle consultazioni del Trentino-Alto Adige, è stato Godina a sottolineare la «grossa responsabilità» che queste suppletive hanno regalato a Intesa Democratica: «Come Margherita proponiamo fin da oggi all'intera coalizione di comportarci come forza di governo che sta all'opposizione. Queste elezioni hanno sancito il fatto che occorre essere propositivi, senza limitarsi ad annotare le cose che non vanno. Va creato subito un tavolo programmatico, nel quale affrontare tutti i nodi della città per proporli ai cittadini preparandoci all'alternativa di governo».
p.b.